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Arabia Saudita non normalizzerà rapporti con Israele finché ci sarà governo Netanyahu, Riyad: “Vogliamo creazione dello Stato palestinese”

L'Arabia Saudita non normalizzerà i rapporti con Israele finché ci sarà governo Netanyahu. Riyad spinge verso la soluzione dei due stati: “Vogliamo creazione dello Stato palestinese”

17 Novembre 2025

Arabia Saudita non normalizzerà rapporti con Israele finché ci sarà governo Netanyahu, Riad: “Vogliamo creazione dello Stato palestinese”

MBS, fonte: imagoeconomica

L'Arabia Saudita ha dichiarato che non intende normalizzare i rapporti con Israele finché al governo di Israele ci sarà Netanyahu e ministri come Smotrich e Ben-Gvir. La linea che emerge con chiarezza dalle recenti posizioni saudite, confermate da fonti arabe e palestinesi, è che Riyad spinge verso la creazione dello Stato palestinese.

Arabia Saudita non normalizzerà rapporti con Israele finché ci sarà governo Netanyahu, Riyad: “Vogliamo creazione dello Stato palestinese”

La monarchia guidata dal principe ereditario Mohammed bin Salman non intende compiere alcun passo verso la normalizzazione finché a Gerusalemme resterà un governo considerato politicamente incompatibile con qualunque percorso negoziale. A Riyad ribadiscono che ogni apertura verso Israele resta subordinata a una condizione ritenuta imprescindibile: una "chiara proposta diplomatica" per la creazione di uno Stato palestinese. Una posizione che, spiegano le fonti, riflette sia il deterioramento della situazione nei territori occupati sia l’impatto che le operazioni israeliane a Gaza e in Cisgiordania continuano ad avere sull’opinione pubblica araba e musulmana. "Qualsiasi governo che includa ministri come Bezalel Smotrich o Itamar Ben-Gvir non può essere un partner né per un accordo politico né per un processo di normalizzazione", affermano. Riyad considera l’attuale maggioranza guidata da Benjamin Netanyahu troppo sbilanciata a destra e irriducibilmente contraria a qualunque passo verso una soluzione a due Stati. Una valutazione che si intreccia con le ultime dichiarazioni dei membri del governo israeliano le quali evidenziano un attaccamento ancora troppo forte al progetto "Greater Israel", e quindi all'annientamento totale di Hamas e alla conquista dei territori di Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria meridionale con Damasco, parte dell'Iraq, parte dell'Egitto e una parte dell'Arabia Saudita.

Rimangono in stallo gli Accordi di Abramo

Sul tavolo resta anche la dimensione strategica più ampia: per l’Arabia Saudita, la normalizzazione non è un obiettivo in sé, ma una leva negoziale per ottenere garanzie dagli Stati Uniti: dal dossier sugli armamenti avanzati, come l’F-35, alla richiesta di un patto di difesa formale. Allo stesso tempo, Riyad è consapevole del costo politico che un accordo con Israele comporterebbe, soprattutto in un momento in cui la guerra di Gaza ha riacceso la sensibilità del mondo arabo sulla questione palestinese.

Gli Stati Uniti continuano a spingere sugli Accordi di Abramo per riallacciare Washington, Riyad e Tel Aviv. Tuttavia, senza un cambiamento di governo in Israele o almeno un segnale credibile verso la creazione di uno Stato palestinese la normalizzazione resterà congelata. 

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