03 Novembre 2025
La crisi tra Stati Uniti e Venezuela torna a infiammarsi. Negli ultimi giorni, Washington ha avviato un’operazione militare senza precedenti nel Mar dei Caraibi, mobilitando la portaerei USS Gerald Ford, tre navi da guerra e circa 4.000 militari. È il più grande dispiegamento navale americano nella regione dal 1962.
Il presidente Donald Trump ha descritto l’operazione come una missione “contro il narcotraffico”, ma ha lasciato intendere che “Maduro non resterà al potere ancora a lungo”, alimentando i sospetti su un possibile intervento militare.
Nel frattempo, il governo venezuelano ha chiesto assistenza militare e tecnologica a Russia, Cina e Iran, nel tentativo di rafforzare le difese nazionali e rompere l’isolamento internazionale.
Il Pentagono sostiene che le navi statunitensi siano impegnate in una missione contro il traffico di droga, ma gli analisti leggono la mossa come un messaggio diretto a Caracas. La USS Gerald Ford, la più grande portaerei della marina USA, è accompagnata da incrociatori, cacciatorpedinieri armati di missili Tomahawk, un sottomarino nucleare e squadroni di bombardieri B-52 e B-1.
A Porto Rico, il corpo dei Marines ha condotto esercitazioni di sbarco e infiltrazione, come mostrato in un video pubblicato dal Comando Sud degli Stati Uniti su X.
Il governo di Trinidad e Tobago ha dichiarato lo stato di allerta, temendo un’escalation che potrebbe destabilizzare l’intera regione caraibica.
Mentre la flotta americana si avvicina alle acque venezuelane, Nicolás Maduro ha inviato una richiesta formale di assistenza militare a Vladimir Putin, chiedendo radar, missili antiaerei e ricambi per i caccia Sukhoi Su-30.
Fonti diplomatiche confermano che il Venezuela ha anche avviato contatti con Cina e Iran per modernizzare le proprie difese e ottenere supporto economico.
Il Ministero degli Esteri russo ha denunciato “l’uso eccessivo della forza militare” da parte di Washington, definendo l’operazione “una provocazione nel cortile di casa degli Stati Uniti”.
Nel frattempo, ONU e Unione Europea hanno espresso “grave preoccupazione” per l’aumento della tensione e per il rischio di un conflitto nella regione. Il commissario ONU per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto un’inchiesta sui raid americani in acque internazionali, ricordando che ogni azione non autorizzata dal Consiglio di Sicurezza viola la Carta delle Nazioni Unite.
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