01 Novembre 2025
Massacro Favelas Rio de Janeiro Fonte: X @Infofatti
Il 28 ottobre 2025, almeno 132 persone sono state uccise durante un'operazione di polizia su larga scala contro il Comando Vermelho (Comando Rosso) nelle favelas di Rio de Janeiro, rendendo l'operazione la più letale nella storia del Brasile. Tra i morti ci sono 115 presunti membri della gang e quattro agenti di polizia, secondo le autorità locali.
Un bilancio che continua a salire. Il bilancio iniziale parlava di circa 64 morti, ma il giorno successivo i residenti hanno trovato decine di cadaveri in un'area boschiva vicino alla Favela da Penha. Luiz Pessoa dos Santos, attivista locale del quartiere Penha, ha dichiarato che i residenti sono stati inizialmente bloccati dal recuperare i corpi, che ammontavano ad almeno 70. I corpi sono stati portati nella piazza principale del complesso dove i residenti hanno gridato "massacro" e "giustizia". L'operazione, denominata "Operação Contenção" (Operazione Contenimento), ha coinvolto circa 2.500 agenti di polizia e soldati supportati da veicoli blindati, elicotteri e droni, concentrandosi nei quartieri settentrionali di Rio, nei complessi di Penha e Alemão."Molti colpiti alla nuca". "Lo Stato è venuto a massacrare, non era un'operazione di polizia. Sono venuti direttamente per uccidere, per togliere vite", ha dichiarato una donna nel complesso Penha all'agenzia AFP. Raul Santiago, residente e attivista di 36 anni, ha aggiunto: "Ci sono persone che sono state giustiziate, molte di loro colpite alla nuca, colpite alla schiena. Questo non può essere considerato sicurezza pubblica". Gli esperti delle Nazioni Unitehanno espresso grave preoccupazione, rilevando che "secondo le informazioni ricevute, alcuni corpi sono stati trovati con le mani legate o ferite da arma da fuoco alla nuca. I residenti hanno anche riferito di case perquisite senza che venissero mostrati mandati, arresti arbitrari e l'uso di elicotteri e droni per sparare proiettili".
Il Ministro della Giustizia brasiliano Ricardo Lewandowski ha dichiarato che il Presidente Luiz Inácio Lula da Silva si è detto "inorridito" dall'entità delle vittime e sorpreso che un'operazione di questa portata sia stata intrapresa "senza la conoscenza o il coinvolgimento del governo federale". Lula ha scritto sui social media che il crimine organizzato in Brasile "continua a distruggere famiglie, opprimere i residenti e diffondere droga e violenza nelle città". Ha sottolineato la necessità di "un lavoro coordinato che colpisca il cuore della rete di traffico senza mettere a rischio agenti di polizia innocenti, bambini e famiglie". Al contrario, il governatore dello Stato di Rio de Janeiro, Cláudio Castro, ha insistito che tutti gli uccisi nell'operazione erano criminali, sostenendo che gli scontri si sono svolti in gran parte in un'area boschiva dove era improbabile che ci fossero civili. "Non credo che qualcuno stesse passeggiando nella foresta nel giorno del conflitto", ha detto ai giornalisti. "Le uniche vere vittime sono stati gli agenti di polizia".
L'Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani si è dichiarato "inorridito" dall'operazione di polizia che ha provocato numerose vittime e ha chiesto indagini efficaci, ricordando alle autorità i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani. Gli esperti ONU hanno chiesto alle autorità brasiliane di:
"Questo tragico evento sottolinea l'urgente necessità per il Brasile di riformare le sue politiche di sicurezza, che continuano a perpetuare un modello di violenza poliziesca brutale su base razziale", hanno dichiarato gli esperti ONU. "La polizia brasiliana uccide oltre 6.000 persone all'anno - per lo più di origine africana".
Il Comando Vermelho è una delle più antiche organizzazioni criminali attive nel Paese. Il suo nome significa "Comando Rosso" in portoghese e si riferisce a un'organizzazione di prigionieri di sinistra creata durante la dittatura militare del 1964-1985 in Brasile. La gang, originata nelle prigioni di Rionegli anni '70, si è espansa negli ultimi anni e ora comanda territori in tutto il Brasile, inclusa l'Amazzonia. Le sue attività criminali includono traffico di droga, traffico d'armi e racket vari. Filipe dos Anjos, segretario generale dell'organizzazione per i diritti delle favelas FAFERJ, ha affermato che questo tipo di operazioni di polizia non risolvono il problema poiché coloro che sono stati uccisi sono facilmente sostituibili. "Tra circa trenta giorni, il crimine organizzato si sarà già riorganizzato nel territorio, facendo ciò che fa sempre: vendere droga, rubare carichi, riscuotere pagamenti e tasse".
L'operazione è avvenuta una settimana prima che la città ospitasse il vertice del C40 Cities Climate Leadership Group (rete globale di circa 96 grandi città del mondo, tra cui Milano e Roma per l'Italia, che si sono unite per affrontare la crisi climatica) e il premio Earthshot (prestigioso premio ambientale lanciato nel 2020 dal Principe William e dalla Royal Foundation). I gruppi per i diritti umani hanno messo in discussione i tempi di tali operazioni di polizia su larga scala in Brasile, operazioni che non sono rare prima di grandi eventi internazionali. In segno di rappresaglia, le gang hanno bloccato diverse strade principali tra cui l'Avenida Brasil e le Linee Gialla e Rossa utilizzando 71 autobus rubati, costringendo le persone a tornare a casa a piedi. Assistenza sanitaria, istruzione e trasporti sono stati interrotti.
Il giorno successivo, poche ore dopo che i familiari avevano disposto decine di corpi lungo una strada in una delle aree prese di mira, decine di residenti delle favelas si sono riuniti davanti alla sede del governo statale gridando "assassini!". Gli attivisti chiedono le dimissioni del governatore di Rio, per quello che la gente del posto ha descritto come un "massacro". La Corte Suprema ha ordinato al governatore Cláudio Castro di fornire informazioni precise e dettagliate sull'operazione di polizia che ha causato così tante vittime e ha programmato un'udienza con il governatore e i capi della polizia militare e civile per approfondire la scottante questione.
Di Eugenio Cardi
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