31 Ottobre 2025
Un’operazione di polizia su larga scala a Rio de Janeiro, in Brasile, ha provocato un bilancio di 138 morti. Il blitz, che ha coinvolto 2.500 agenti, mirava a smantellare le attività del Comando Vermelho, uno dei più potenti gruppi criminali del Paese.
Secondo le autorità, l’intervento è avvenuto nei complessi di Alemão e Penha, due vaste aree di favelas che insieme ospitano circa 280.000 persone. Tuttavia, la maxi-operazione, presentata come una delle più imponenti azioni antidroga nella storia recente del Brasile, si è trasformata in un bagno di sangue.
Tra le vittime, 74 corpi sarebbero stati ritrovati nella foresta adiacente da alcuni residenti delle favelas. Gli abitanti, sconvolti, li avrebbero poi allineati lungo la strada, dove i cadaveri sono rimasti esposti per oltre sette ore prima che venissero rimossi dalle autorità.
Sui social media stanno circolando video drammatici che mostrano una lunga fila di corpi distesi sull’asfalto: uomini in biancheria intima, molti dei quali coperti da un semplice telo.
L’obiettivo dichiarato del blitz era neutralizzare il Comando Vermelho, storicamente impegnato nel traffico di droga, armi e rapine, ma anche nel controllo armato di numerosi quartieri popolari della città. Durante l’irruzione, gli agenti hanno affrontato una violenta resistenza. Secondo le prime ricostruzioni, i narcos avrebbero reagito non solo con armi automatiche, ma anche utilizzando droni carichi di granate.
Questi droni, dotati di detonatori meccanici o elettrici, sarebbero stati manovrati in modo da sganciare gli esplosivi mantenendo il velivolo in volo, consentendogli di allontanarsi rapidamente e ridurre i rischi per chi lo controllava.
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