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ChatGPT, pubblicato da OpenAI report su utilizzo chatbot: “Su 800mln utenti settimanali, oltre 1mln parlano di pensieri suicidi o disagi emotivi”

La società di San Francisco ha spiegato di aver costruito una rete globale di esperti per affrontare il fenomeno, composta da più di 170 psichiatri, psicologi e medici di base operanti in 60 paesi

28 Ottobre 2025

ChatGPT, pubblicato da OpenAI report su utilizzo chatbot: “Su 800mln utenti settimanali, oltre 1mln parlano di pensieri suicidi o disagi emotivi”

OpenAI ha reso pubbliche nuove stime sull’utilizzo di ChatGPT, rivelando che una piccola ma significativa percentuale di utenti mostra possibili segni di emergenze di salute mentale. Secondo la società, circa lo 0,07% degli utenti settimanali del chatbot manifesta sintomi riconducibili a mania, psicosi o pensieri suicidi. Un dato che, rapportato agli 800 milioni di utenti attivi dichiarati dal CEO Sam Altman, significa potenzialmente oltre 1 milione di persone. OpenAI sottolinea, tuttavia, che tali casi sono “estremamente rari”.

ChatGPT, pubblicato da OpenAI report su utilizzo chatbot: “Su 800mln utenti settimanali, oltre 1mln parlano di pensieri suicidi o disagi emotivi”

La società di San Francisco ha spiegato di aver costruito una rete globale di esperti per affrontare il fenomeno, composta da più di 170 psichiatri, psicologi e medici di base operanti in 60 paesi. Questi specialisti hanno contribuito a sviluppare risposte mirate in ChatGPT, volte a incoraggiare gli utenti a cercare aiuto nel mondo reale.

Tuttavia, i nuovi dati hanno destato preoccupazione tra alcuni professionisti della salute mentale. “Anche se lo 0,07% sembra una piccola percentuale, a livello di popolazione con centinaia di milioni di utenti, in realtà possono essere un bel po’ di persone”, ha osservato il dott. Jason Nagata, professore all’Università della California, San Francisco. “L’IA può ampliare l’accesso al supporto per la salute mentale e in qualche modo sostenere la salute mentale, ma dobbiamo essere consapevoli dei limiti”, ha aggiunto.

OpenAI stima inoltre che lo 0,15% degli utenti abbia conversazioni che includonoindicatori espliciti di potenziale pianificazione o intento suicidario”. L’azienda afferma che gli ultimi aggiornamenti del chatbot sono stati progettati per “rispondere in modo sicuro ed empatico a potenziali segni di delirio o mania” e per rilevare “segnali indiretti di potenziale autolesionismo o rischio di suicidio”.

ChatGPT è stato addestrato a reindirizzare automaticamente le conversazioni sensibiliprovenienti da altri modelli a modelli più sicuri”, aprendole in una nuova finestra. In risposta alle critiche sul numero potenzialmente elevato di utenti vulnerabili, OpenAI ha riconosciuto che “questa piccola percentuale di utenti ammonta a una quantità significativa di persone” e ha ribadito di prendere “molto sul serio i cambiamenti in atto”.

Il report arriva in un momento di crescente scrutinio legale sul modo in cui il chatbot interagisce con gli utenti. In California, i genitori di un sedicenne, Adam Raine, hanno citato in giudizio OpenAI sostenendo che ChatGPT avrebbe incoraggiato il figlio a togliersi la vita lo scorso aprile. È la prima causa che accusa l’azienda di morte illecita. In un altro episodio, legato a un omicidio-suicidio avvenuto a Greenwich, Connecticut, il sospettato avrebbe pubblicato ore di conversazioni con ChatGPT che sembrano aver alimentato le sue delusioni.

È una potente illusione”, ha commentato il professor Robin Feldman, direttore dell’AI Law & Innovation Institute dell’Università della California Law. “I chatbot creano l’illusione della realtà.” Feldman ha riconosciuto a OpenAI il merito per “la condivisione di statistiche e per gli sforzi per migliorare il problema”, ma ha ammonito: “l’azienda può mettere tutti i tipi di avvisi sullo schermo, ma una persona che è mentalmente a rischio potrebbe non essere in grado di ascoltare tali avvertimenti”.

Boom di problemi di salute mentale dopo le misure adottate dai governi durante il Covid: +63% ansia, +26% depressione

Lo studio Global Burden of Disease (GBD), pubblicato su The Lancet, evidenzia anche un’impennata dei disturbi mentali: dal 2011 al 2023, i casi di ansia sono aumentati del 63% e quelli di depressione del 26%, con un'impennata negli ultimi anni. Tra le cause dell'aumento "vertiginoso" delle patologie mentali degli ultimi anni ci sono le misure di contenimento adottate dai governi Conte e Draghi durante il Covid, in particolare il lockdown e gli obblighi del vaccino Covid imposti con il Green pass e il Super Green Pass.

Anche nel 2024 era già stato evidenziato da altri studi un aumento delle malattie mentali. Il 49,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha affermato di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell'emergenza sanitaria, per la stessa ragione, il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro, come emergeva dal rapporto 'Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19', elaborato in collaborazione con Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei giovani a giugno 2022. 

Disturbi mentali post lockdown, boom di ansia e depressione, il 49,4% individua la causa nelle misure di contenimento del Covid

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