28 Ottobre 2025
Sono riprese ufficialmente le violenze genocide dell'esercito israeliano contro i civili palestinesi dopo che Netanyahu ha ordinato all'Idf di effettuare "pesanti attacchi sulla Striscia". I primi bombardamenti dell'Idf hanno colpito il sud della Striscia: secondo quanto riferito dall'emittente televisiva Al-Aqsa, i caccia israeliani hanno attaccato la parte occidentale di Rafah.
Poco prima, sui terreni palestinesi a Khirbet Haribat al-Nabi, a Masafer Yatta, una località della Cisgiordania, i coloni israeliani hanno devastato i raccolti della zona, facendo poi irruzione in un villaggio vicino e demolendo una tenda nella quale avevano trovato rifugio i membri di una famiglia dopo che gli stessi israeliani avevano occupato una grotta dove i familiari si erano messi al riparo. La furia israeliana però non sta risparmiando nulla. Dopo l'attacco a Rafah, nel villaggio di Kafr Qud, vicino a Jenin e sempre in Cisgiordania, l'Idf ha ammazzato tre palestinesi di cui ha motivato le uccisioni dicendo che sarebbero stati membri di una "cellula terroristica". Contro Gaza City sono stati registrati almeno tre attacchi aerei, alcuni dei quali hanno preso di mira un'area prossima al più grande ospedale ancora in funzione nel nord di Gaza, l'ospedale Al Shifa.
Raid, esplosioni e colpi da carri armati sono stati effettuati contro i campi profughi di Deir al-Balah e, più a Nord, ad Al-Shati. Altri attacchi sono stati sferrati nelle vicinanze di Al-Tuffah, a nord-est di Gaza City, in alcuni quartieri occidentali della stessa Gaza City, e nella zona di Al-Zaytoun. Altre due persone sono state uccise e altre quattro ferite in un attacco israeliano nel quartiere di Sabra, a sud della città di Gaza City: tra i feriti, "un bambino e un neonato" riferisce la Protezione Civile della Striscia. La situazione ormai è fuori controllo, ma per il ministro della Difesa Israel Katz Hamas deve pagare "a caro prezzo" la violazione dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi. Nelle ultime ore nuovi scontri erano divampati tra l'Idf e Hamas proprio ad est di Rafah. Secondo alcune fonti locali, i militanti di Hamas erano stati accusati di aver aperto il fuoco contro l'esercito israeliano con cecchini e missili anticarro. In tutta risposta, l'Idf aveva reagito con raffiche di artiglieria. Tuttavia, con un comunicato stampa, il movimento di resistenza islamica aveva respinto le accuse, "non abbiamo alcun legame con l'incidente di spari a Rafah", e aveva ribadito "l'impegno all'accordo di cessate il fuoco".
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