28 Settembre 2025
La rotta della Global Sumud Flotilla (fonte: globalsumudflotilla.org)
Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla non arretrano e sono in viaggio alla volta di Gaza. Dopo ultime ore di concitazione segnate da continui rinvii, soccorsi improvvisati e riparazioni arrangiate dopo guasti verificatisi a bordo di alcune navi, quel che resta della Flotilla è ripartito alla volta della Striscia. Ignorando la mediazione proposta dal governo e su cui il Ministro degli Esteri Tajani è tornato a battere il pugno: "Non forzate il blocco".
Poco più di una quarantina di imbarcazioni sono ora in viaggio verso Gaza, ripartite intorno alle 20 greche dopo una sosta necessaria a Koufonissi, un isolotto collocato a sud della punta orientale di Creta. Il motivo del ritardo è presto detto: "problemi tecnici" ad alcune navi, è stato riferito, che di fatto lasciano quattro barche a partire dalla Family Boat (o Family Madeira) l'imbarcazione principale della missione che, lo scorso 8 settembre, era stata bersagliata da un drone, con conseguente incendio alla stiva e all'albero maestro. E motore rotto. Un'iniziativa che si sta sforzando di procedere, nonostante i dubbi e lo scetticismo che si possa arrivare a qualcosa di concreto siano sempre più forti. Gli attivisti a bordo della Family Boat erano stati "redistribuiti sulle altre imbarcazioni" già lo scorso venerdì 26 settembre, pronti a rompere "il blocco illegale" israeliano in barba alle raccomandazioni governative. Prima la premier Meloni, poi il Ministro della Difesa Guido Crosetto avevano raccomandato di non proseguire oltre, prospettando un'alternativa "ragionevole": l'intervento del Patriarcato latino di Gerusalemme che dovrebbe garantire, nella figura del patriarca Pierbattista Pizzaballa, il trasferimento degli aiuti da Cipro a Gaza attraverso il porto di Ashdod (Israele), passando per il corridoio aperto dalle Misericordie Amalthea.
Persino il Presidente della Repubblica Mattarella era stato costretto ad intervenire con un appello accorato, comunque puntualmente respinto dalla Flotilla. Nella difficoltà di trovare un punto di contatto, la portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza Maria Elena Delia, rientrata in queste ore in Italia, ha avuto una chiamata telefonica con lo stesso Tajani. "È pericoloso forzare il blocco navale" ha ribadito il Ministro, "comunque il governo continuerà a chiedere a Israele di tutelare le persone". "C'è disponibilità a lavorare ad una soluzione per un corridoio permanente di aiuti a Gaza" ha risposto Delia, ribadendo comunque l'ostinata intenzione ad "andare avanti". La leader Pd Elly Schlein intanto è tornata a fare pressing: "Sarebbe utile attivare una missione Ue di scorta e protezione" ha detto affermando che la missione della Flotilla è "per una giusta causa". Poche ore prima però, la Schlein aveva condiviso la linea del governo: "Condividiamo l'appello di Mattarella (...). Già nei giorni scorsi avevamo ringraziato il Patriarcato latino per la disponibilità ad una mediazione (...) e abbiamo auspicato che questo canale rimanesse aperto".
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