12 Settembre 2025
Von der Leyen, fonte: imagoeconomica
Ursula von der Leyen sempre più sulla graticola. Anche il gruppo dei Patrioti ha presentato una mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Ue. Si tratta della terza in ordine di tempo dopo la prima sullo scandalo Pfizergate bocciata al fotofinish e la seconda depositata dalla Sinistra Ue. Quest'ultima ha raccolto le firme necessarie e verrà votata ad ottobre, così come quella dei Patrioti. Fuoco incrociato dunque su von der Leyen, da destra e da sinistra.
I Patrioti si sono aggiunti alla Sinistra, depositando una mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen. 85 le firme raccolte, vale a dire tutti i componenti del gruppo europarlamentare, tra cui gli 8 della Lega. In una nota del gruppo, si legge che al centro della mozione c’è la politica commerciale della Commissione, in particolare il recente accordo sui dazi, definito dalla stessa sinistra un "atto di vassallaggio" verso Washington e l’accordo di libero scambio Ue-Mercosur firmato nel dicembre 2024. "Abbiamo presentato una mozione di censura contro la Commissione Europea, perché sotto la presidenza di von der Leyen non è riuscita ad affrontare le questioni più urgenti che l'Europa si trova ad affrontare: pace, commercio, competitività, migrazione", ha affermato l’eurodeputata ungherese e vicepresidente del gruppo di destra, Kinga Gál.
La Sinistra, rappresentata dal gruppo The Left, ha raggiunto le 72 firme necessarie per presentare la mozione di sfiducia e per mettere ai voti la cacciata di von der Leyen. Ai 46 eurodeputati del gruppo della Sinistra is sono aggiunti il socialista irlandese Aodhán Ó Ríordáin e 8 membri del gruppo dei Verdi: i 4 italiani della delegazione di AVS e 4 spagnoli.
Se l'accordo sui dazi è già stato considerato dalla Sinistra Ue come "pregiudizievole, asimmetrico, non reciproco" e "intrapreso senza un mandato democratico", ed è riuscito nell'ardua impresa di mettere d'accordo due schieramenti diversi, ce n'è uno nello specifico che il gruppo The Left non perdona all'ex ministro della Difesa tedesco, ed è la "complicità dell’Ue nel genocidio a Gaza".
I 72 eurodeputati hanno attaccato "l'incapacità della Commissione di agire", chiedendo "l'immediata sospensione dell'accordo di associazione Ue-Israele, l'imposizione di sanzioni a Israele e un embargo globale sulle armi". In questo senso, durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione, von der Leyen ha proprio annunciato delle misure mai intraprese prima: stop fondi ad Israele, sanzioni a ministri estremisti e a coloni violenti. Una mossa che in tanti hanno collegato proprio alle mozioni di sfiducia, verso cui serpeggiano diversi dubbi.
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