10 Luglio 2025
Fonte: X, @PhOlivierRN
La mozione di sfiducia contro von der Leyen sullo scandalo Pfizergate non passa al fotofinish, ma è bocciatura per la presidente della Commissione Ue, con solo metà dell'aula che vota per salvarla, mentre 167 escono senza votare, abbassando così la quota dei due terzi dei presenti necessaria per la sfiducia. 175 sì e 360 no: questo l'esito delle votazioni oggi all'Eurocamera.
A luglio 2024 erano stati 401 i voti che von der Leyen aveva ottenuto per una riconferma a palazzo Berlaymont. Oggi, da quel giorno, sono crollati, e sono 41 in meno. 360 voti non basterebbero nemmeno per una riconferma, considerando che il Parlamento europeo è composto da 720 eurodeputati e serve la maggioranza. D'altronde, le sue politiche sul riarmo unite alla mancanza di trasparenza sul caso dei vaccini Covid, hanno contribuito ad aumentare diffidenza e scetticismo attorno a lei. Il Ppe ha votato compatto per una sua riconferma, così come i Socialisti, che avevano minacciato l'astensione. Ma le spaccature non sono mancate: all'interno del Pd hanno votato contro la mozione in 14 su 21. La delegazione di Fratelli d'Italia facente parte del gruppo ECR non ha partecipato al voto sulla mozione. Oltre al partito della Meloni non hanno preso parte alla votazione anche gli eurodeputati delle delegazioni di Repubblica Ceca, Spagna, Lituania, Lettonia e Bulgaria. M5S e Lega hanno votato a favore della mozione, che si basava sul caso legato all'acquisto per sms con il ceo di Pfizer Albert Bourla di 1,8 miliardi di dosi di vaccino Covid su 4,2 miliardi totali, per 35 miliardi di euro. M5S e Lega hanno votato a favore della mozione.
La mozione di sfiducia su von der Leyen sullo scandalo Pfizergate è stata bocciata. Tra i partiti italiani FdI non ha partecipato al voto. Così Fratelli d'Italia: "Il voto odierno non è la nostra battaglia e le nostre delegazioni non hanno partecipato alla votazione".
Il M5s ha bacchettato il partito della Meloni: "Sulla mozione di sfiducia noi siamo stati coerenti nel bocciare la peggiore Commissione della storia europea. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia invece sono passati dal ‘mai inciuci con la sinistra’ a fare da stampella a Ursula von der Leyen unendo i loro voti a quelli dei Verdi europei e dei Socialisti. Che brutta fine".
"L’elenco dei disastri di questa Commissione europea è lunghissimo: nell’ultimo anno ha sposato il riarmo anziché una prospettiva di pace in Ucraina, non è intervenuta con decisione per impedire il genocidio a Gaza, ha abbandonato l’industria al proprio destino, ha rinnegato gli impegni ambientali, tagliato i fondi di coesione destinati alle regioni del Sud e adesso si appresta a penalizzare le nostre imprese accettando dei dolorosissimi dazi da Trump senza reagire".
"Giorgia Meloni è complice di tutto questo perché non c’è provvedimento al Parlamento europeo che non passi senza la firma dei suoi europarlamentari. Le politiche di Ursula von der Leyen sono contrarie all’interesse nazionale e questo sarà ancora più evidente settimana prossima quando verrà presentato il bilancio pluriennale e i tagli ai nostri agricoltori e alle nostre Regioni. Prima va a casa questa Commissione meglio è, la nostra vittoria è solo rinviata".
Così una nota di Silvia Sardone della Lega, unico partito di destra italiano a votare contro una sua riconferma: "La pessima Ursula von der Leyen rimane al suo posto. La Lega, unico partito della maggioranza di Governo, ha votato compatta per mandarla a casa ma la sinistra l'ha salvata. Peccato".
"Von der Leyen rimane una grande collezionatrice di fallimenti. Poco trasparente, lontana dalle esigenze dei cittadini, incapace di tenere a bada le frange di estrema sinistra della sua coalizione. La follia più grossa, senza dubbio, della sua gestione è il famoso Green Deal che mette in ginocchio famiglie e imprese, soprattutto quelle italiane. Assolutamente fallimentari anche la sua gestione della pandemia, il cosiddetto piano di riarmo, le politiche sull'agricoltura. Scandalosa anche la sua incapacità di dare forza all'Europa sui grandi temi di politica internazionale. Lento e inadeguato anche il suo lavoro sull'immigrazione. Ursula Von de Leyen non è più credibile. E se anche è riuscita a salvarsi – conclude Sardone – ciò non toglie il fatto che la sua maggioranza sia ormai al capolinea e che i cittadini europei siano sempre più preoccupati dell'incapacità di questa commissione".
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