03 Settembre 2025
Von der Leyen, fonte: imagoeconomica
Nuova mozione di sfiducia verso Ursula von der Leyen, stavolta da parte di Sinistra Ue, che accusa la presidente della Commissione europea di non aver preso posizione sul genocidio a Gaza e di "vassallaggio" in merito all'accordo con Trump sui dazi. Si tratta dell'ennesima mozione di sfiducia che deve affrontare von der Leyen dopo quella relativa allo scandalo Pfizergate in cui ha avuto la meglio. Tuttavia, l'ex ministro della Difesa tedesco aveva ricevuto solamente metà dei voti dell'aula, con 167 eurodeputati che erano usciti senza votare.
Non finiscono i guai per Ursula von der Leyen che deve affrontare una nuova mozione di sfiducia. Dopo essere riuscita a salvare la poltrona appena due mesi fa, stavolta è la Sinistra Ue che prova a metterla sulla graticola, il gruppo che raccoglie anche Sinistra Italiana ed il Movimento 5 stelle. Se prima era lo scandalo Pfizergate, adesso sono Gaza e i dazi. La presidente della Commissione Ue viene accusata di non avere preso una posizione netta su quanto accade nella Striscia, e sui dazi di essersi sostanzialmente piegata a Trump. Nel testo, ancora in via di definizione, dovrebbe entrare anche una critica all’intesa Ue–Mercosur, che la Commissione punta ad adottare proprio in questi giorni.
L’obiettivo è portare la mozione al voto già nella seconda plenaria di ottobre. Il gruppo europarlamentare sta cercando di ottenere le 26 firme necessario che mancano considerando che ne servono in totale 72 e che Sinistra Ue conta 46 eurodeputati. Ma non si tratta di una montagna insormontabile, considerando che anche i Socialisti sono sul piede di guerra. Socialisti sollecitati dalla stessa Sinistra Ue, con la capogruppo francese Manon Aubry che ha dichiarato: "C’è chi da mesi si lamenta di von der Leyen ma non fa nulla. Ora c’è un testo, che arriva da sinistra e che mette al centro Gaza e i dazi come ragioni principali: chi non lo sosterrà dovrà spiegarlo".
E sullo stesso accordo con il Mercosur, la Sinistra Ue potrebbe trovare una sponda anche tra i Patrioti, specialmente nella Lega.
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