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Russia e Israele, doppio standard e repressione: dall'annullamento del concerto di Gergiev alla complicità Usa-Ue del genocidio a Gaza

Premetto che anche nei confronti degli artisti e degli sportivi israeliani non mi sognerei mai di sostenere la censura. Israele va punito con la sospensione degli accordi politico-militari ed economici, non con le sanzioni ad artisti e atleti

30 Luglio 2025

Russia e Israele, doppio standard e repressione: dall'annullamento del concerto di Gergiev alla complicità Usa-Ue del genocidio a Gaza

Netanyahu, Trump e Putin, fonte: il Fatto Quotidiano

Nell’ultimo articolo avevo sottolineato come la politica rispetto agli anni keynesiani dei ’50, ’60 e ’70 abbia perso la sua autonomia e sia ormai genuflessa in Occidente ai potentati economici, ai fondi sovrani e alla loro classe di servizio. L’autonomia della politica fu riconosciuta da Niccolò Machiavelli come dimensione propria del potere slegata da religione e morale. Nell’Ottocento e nel Novecento essa ha provveduto a una secolarizzazione della visione religiosa e morale, incorporando tensioni escatologiche che hanno dato vita a movimenti politici partecipati e democratici, ma sono state anche la causa delle catastrofi del Novecento: guerre mondiali, Olocausto e dittature comuniste.

La nascita del “pensiero debole” come reazione alle prospettive messianiche della cultura novecentesca, ha restituito alla politica la sua dimensione laica. Ha tuttavia contribuito a cancellare il progetto di trasformazione della società che nei primi tre decenni del dopoguerra era ancora vivo. Oggi essa è gestione del potere, separata dagli interessi dei popoli e asservita ai fondi sovrani e allo Stato profondo. Diversa è invece la dialettica privato/pubblico nei Brics. Ma su questo mi riserverei di tornare in un altro momento. Oggi vorrei soffermarmi sugli innumerevoli esempi di autoritarismo che sperimentiamo ogni giorno. Sono rimasta sgradevolmente colpita dal sequestro da parte della polizia degli strumenti informatici di Chef Rubio, di cui non conosco gli interventi pubblici, ma che mi sembra rientrare nel coro di quanti condannano lo Stato di Israele come autore del genocidio a Gaza e come Stato terrorista che non rispetta il diritto internazionale.

Non so in base a quali parametri la repressione di un pensiero differente colpisce in modo diverso gli autori, ma non dovremmo permettere che ciascuno rimanga da solo a difendersi. La solidarietà e la presunzione di innocenza fino a prova contraria dovrebbero essere un obbligo nei confronti di tutte le voci critiche di Israele e delle politiche Nato. Mi rivolgo soprattutto a coloro che, ammessi da mamma tv, hanno accesso a un pubblico maggiore. Per favore, non voltiamo la testa dall’altra parte, non facciamo nascere nuovi lager, non accettiamo il conformismo in base a cui, se la repressione tocca alcuni e non altri, “be’ allora se la sono voluta loro”. Sono di una gravità terrificante gli episodi di censura, sostenuta dai politici (la europarlamentare dem Picierno, di solito appoggiata da Calenda, Letta e Gentiloni, è riuscita ad anticipare la destra moderata o meloniana), rafforzata da molti intellettuali, giornalisti, rettori universitari e persino artisti, che ha colpito il direttore d’orchestra russo Gergiev e il pianista ucraino considerato filorusso Romanovski.

Naturalmente agli artisti israeliani come alla comunità ebraica ci guardiamo bene dal chiedere di rinnegare le politiche dello Stato di Israele, che peraltro poco hanno a che vedere, per efferatezza e modalità, con i crimini veri e presunti di Putin. Premetto che anche nei confronti degli artisti e degli sportivi israeliani non mi sognerei mai di sostenere la censura. Israele va punito con la sospensione degli accordi politico-militari ed economici, non con le sanzioni ad artisti e atleti. I doppi standard applicati alla Russia e a Israele tuttavia rendono la censura contro i russi ancora più insopportabile. Gli intellettuali organici al Pd mi sconvolgono in modo particolare. La trasformazione antropologica e culturale è ormai un fattore oggettivo. È la prova che alla deriva autoritaria non c’è più limite.

La presidente Meloni ha imparato su qualche nota scritta dai collaboratori meno ignoranti che l’Occidente è sintesi di cultura greca, romana e cristiana. Decide quindi di inneggiare al Sacro Impero mentre i governi Usa ed europei sono complici (con piccole sfumature diverse) del genocidio dei palestinesi a cui possiamo assistere in diretta, con le macabre immagini di bambini denutriti, torturati, morenti. Come affermano Mearsheimer, Ovadia e tanti altri, le immagini di Gaza ricordano le pratiche naziste. La differenza esiste tuttavia. I tedeschi nascondevano al mondo i loro crimini mentre Israele li esibisce con un certo compiacimento, contando sull’appoggio incondizionato dell’Occidente. La classe di servizio, i tanti ordinari borghesi e non, l’elettorato della destra come di questa sinistra che tale si fa chiamare pur sostenendo bellicismo e suprematismo bianco, affermano che, essendoci tante guerre atroci nel mondo, l’ossessione per il martirio di Gaza è antisemita. Dresda è stata rasa al suolo, quindi Israele ha il diritto di fare la stessa cosa con i palestinesi. Si può ragionare con i sostenitori del nazismo? La disumanizzazione del presunto nemico è iscritta ormai nel nostro Dna. Per prevenire l’abisso la resistenza civile e politica deve essere unita.

Di Elena Basile

Fonte: il Fatto Quotidiano

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