17 Giugno 2025
Gli investigatori che indagano sul disastro del Boeing 787 di Air India, precipitato il 12 giugno scorso poco dopo il decollo da Ahmedabad, stanno focalizzando l’attenzione sui due motori GEnx prodotti da GE Aerospace. Il sospetto, ancora in attesa di conferme dall’analisi delle due scatole nere, è che entrambi i propulsori si siano spenti "quasi contemporaneamente" nei secondi successivi al decollo.
Secondo fonti vicine all’inchiesta, i problemi tecnici potrebbero essere iniziati già al termine della corsa in pista, quando l’aereo aveva ormai raggiunto la velocità di non ritorno, ovvero il punto oltre il quale non è più possibile interrompere il decollo. A bordo del velivolo si trovavano 242 persone: 230 passeggeri, 10 membri dell’equipaggio di cabina e 2 piloti. Dopo circa 30 secondi in volo, l’aereo ha perso quota rapidamente e si è schiantato su edifici adiacenti, colpendo in pieno la mensa di un ospedale universitario. Al disastro è sopravvissuta solo una persona.
Le indagini, coordinate dal governo indiano e affiancate da esperti internazionali, non escludono alcuna ipotesi: guasto meccanico, errore umano, sabotaggio o un’anomalia del software di controllo dei motori. Il focus sui GEnx è emerso dopo un confronto con GE Aerospace, che ha prodotto oltre 3.000 unità di questo modello, installato sia sui Boeing 787 Dreamliner che sui 747-8.
Un elemento chiave nelle indagini è l’attivazione della Ram Air Turbine (RAT), una piccola turbina d’emergenza che entra automaticamente in funzione in caso di perdita totale di alimentazione elettrica o pressione idraulica, generalmente causata dallo spegnimento di entrambi i motori. L’attivazione della RAT è visibile in un video, autentico, girato da un testimone poco prima dell’impatto.
Un comandante esperto di Boeing 787 e 777, interpellato dal Corriere della Sera, ha eseguito al simulatore cinque scenari diversi, tenendo conto del peso massimo al decollo, della temperatura di 37°C e della configurazione con flap a 5. Solo uno degli scenari ha portato a una perdita di controllo simile a quella avvenuta: lo spegnimento simultaneo dei due motori.
In una fase così critica del volo – a bassa quota e con poco tempo di reazione – anche la presenza della RAT avrebbe offerto un aiuto limitato, confermano più comandanti non coinvolti direttamente nelle simulazioni. La dinamica, quindi, rafforza l’ipotesi del doppio guasto ai propulsori come causa principale dell’incidente.
Infine, lunedì 16 giugno, la sede di Air India nei pressi di Nuova Delhi ha ospitato una serie di incontri straordinari, considerati “insoliti” dagli addetti ai lavori: vi hanno preso parte Stephanie Pope, responsabile della divisione aerei commerciali di Boeing, e Russell Stokes, CEO della divisione motori e servizi commerciali di GE Aerospace. Una presenza ai massimi livelli che conferma la delicatezza e la gravità della situazione.
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