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Senato Usa approva "aiuti" a Kiev, pacchetto da 60 mld $ per l'Ucraina, ma alla Camera strada in salita: Repubblicani pronti allo stop

Più incerta la partita alla Camera, dove i Repubblicani vogliono bloccare o modificare il disegno di legge

13 Febbraio 2024

Senato americano

discussione in aula sul pacchetto aiuti

Dopo un lunghissimo braccio di ferro tra Democratici e Repubblicani, il Senato Usa ha dato il via libera al disegno di legge che prevede un pacchetto di "aiuti" da 95 miliardi di dollari (88 miliardi di euro) di cui 60 solo a Kiev. Il sì è arrivato grazie ai 70 voti a favore, 29 i contrari con 22 repubblicani che hanno votato a favore. Va ricordato come il Senato sia in maggioranza democratica. Al contrario, il partito di Donald Trump è in vantaggio numerico alla Camera.

Senato Usa approva "aiuti" a Kiev, pacchetto da 60 mld $ per l'Ucraina

Il grosso, ovvero 60 miliardi, va a Kiev ancora alle prese con il conflitto contro la Russia. Nonostante lo stallo nella guerra, Zelensky continua a rifiutare qualsiasi trattativa di pace e chiedere nuove armi. L'altra fetta grossa va, neanche a dirlo, ad Israele. Il governo di Netanyahu incassa 14,1 miliardi destinati all'assistenza alla sicurezza. Infine, 9,2 miliardi per l'assistenza umanitaria e 4,8 miliardi (sempre di dollari) a sostegno di Taiwan.

Pesanti critiche al disegno di legge sono arrivate dallo speaker della Camera Mike Johnson in quanto nel pacchetto non sono previste misure per garantire la sicurezza al confine meridionale con il Messico a suo dire "il punto cruciale della sicurezza nazionale". La dichiarazione getta seri dubbi sul futuro del pacchetto di aiuti economici nel ramo del Congresso a maggioranza repubblicana. I deputati conservatori alla Camera, più vicini alle posizioni dell'ex presidente Donald Trump, non hanno fatto mistero del loro scetticismo riguardo l'opportunità di continuare a sostenere l'Ucraina.

Trump: "Con me la Nato più forte"

Dopo la dichiarazione di Trump secondo cui una volta eletto incoraggerebbe la Russia ad attaccare gli alleati NATO inadempienti, cioè quei Paesi che non destinano il 2 per cento del Pil alla Difesa, l'ex presidente è tornato sulla questione con un post su Truth, il social da lui cofondato.

"Ho reso forte la Nato", ha scritto il candidato repubblicano: "Quando ho detto ai 20 Paesi che non pagavano la loro giusta quota che dovevano farlo, e ho aggiunto che altrimenti non avrebbero ricevuto la protezione militare degli Stati Uniti, i soldi sono arrivati a pioggia".

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