01 Settembre 2023
Oleksii Reznikov (Fonte: Twitter @EUFreeCitizen)
Ennesimo caso di corruzione in Ucraina, dove ad essere investito dalla tempesta è, ancora una volta, il Ministro della Difesa Reznikov. Non sembrerebbe per il momento esserci prove che testimonino un suo eventuale coinvolgimento diretto nei fatti che in queste ore stanno scuotendo l'opinione pubblica di Kiev, ma il suo ruolo di vertice degli apparati militari del Paese, a più riprese dimostratisi habitat prediletto per tanti "buchi neri" delle risorse pubbliche, ne avrebbe sin troppo compromesso il nome.
Non è la prima volta che Il Ministro viene associato alla questione della corruzione delle Forze Armate di Kiev e di una eventuale sostituzione. Episodio molto simile si era verificato all'inizio di quest'anno, a febbraio, quando sembrava che fosse questione di poche ore prima che Zelensky silurasse il funzionario a causa di presunti stock di razioni comprati dal Ministero a prezzi gonfiati. All'epoca si fece il nome di Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence, quale probabile sostituto, ma alla fine la questione si concluse in un nulla di fatto.
In questi giorni, poi, la storia sembra ripetersi. Non più razioni al centro dello scandalo, ma divise invernali: 223 mila capi acquistati da un'azienda turca al prezzo di 86 dollari l'uno (per un totale di circa 19 milioni), mentre secondo le accuse il costo previsto era di 26 dollari (in totale poco più di 5,5 milioni). Ancora una volta, quindi, Reznikov si trova appeso ad un filo (se dovesse cadere, comunque, l'atterraggio non dovrebbe essere troppo doloroso: indiscrezioni parlano dell'ambasciata ucraina a Londra), con un nome apparentemente già pronto a sostituirlo: Rustem Umerov. Umerov, deputato e responsabile del Fondo di Proprietà dello Stato Ucriano, sarebbe da alcuni considerato un falco nello spettro politico ucraino.
Proprio la questione delle posizioni degli attori coinvolti nella vicenda nei confronti del conflitto sarebbe, secondo alcuni, la vera chiave di interpretazione per comprendere la rotazione di cariche in corso. Una considerazione diffusa tra molti analisti stranieri è che quello della corruzione è un problema atavico a Kiev: difficile immaginare che un singolo caso, nel quale non sarebbe neanche coinvolto in prima persona, giustifichi l'allontanamento di un Ministro. La ragione che potrebbe quindi accompagnarsi alla (presunta, per adesso) sostituzione di Reznikov, sarebbe quella di un suo apparente eccesso di pragmatismo, non nella pianificazione della strategia sul campo (quello è un compito che spetta ai militari), ma nella definizione degli obbiettivi dell'azione ucraina.
Non sarebbero state dimenticate le sue aperture alla pace tra dicembre e gennaio (poche settimane dopo, non a caso, il "primo strike" e la minaccia di sostituzione con Budanov), nonostante il timido passo indietro fatto dallo stesso Zelensky in questi giorni sulla possibilità di un accordo sulla "questione Crimea". Umerov, attorno al quale le informazioni sono molto vaghe, sembrerebbe invece essere più favorevole alla linea dura sul campo di battaglia e nell'approccio ad eventuali trattati (come era Budanov). Ancora il 26 giugno, ad esempio, twittava: "Oggi celebriamo il giorno della bandiera tatara di Crimea. La bandiera azzurra con il tamga (simbolo a forma di tridente rovesciato, ndr) rappresenta l'indomabile spirito del nostro popolo che attraversa le difficoltà per una Crimea libera".
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