20 Marzo 2023
Maria Lvova-Belova, fonte imagoeconomica
Maria Lvova-Belova, assieme a Vladimir Putin, è la massima accusata per il crimine di guerra che la Corte penale internazionale contesta alla Russia, ovvero della deportazione di migliaia di bambini ucraini verso la nuova "madrepatria". I bambini, una volta in Russia, avrebbero poi subito una sorta di "lavaggio del cervello" e seguito programmi di "rieducazione". La Commissaria di Mosca per per l’infanzia Maria Lvova-Belova contesta questa versione dei fatti.
Maria Lvova-Belova, oggi, lunedì 20 marzo 2023, risponde per la prima volta dall’emanazione del mandato d’arresto della Corte penale internazionale che l’ha colpita insieme a Putin. "Ad oggi, 380 orfani provenienti da nuove regioni della Russia hanno trovato una casa presso famiglie russe. Erano in istituti di assistenza. Nessuno è stato separato dai genitori", ha fatto sapere Lvova-Belova.
In seconda istanza, la Commissaria è sembrata aprire ad una possibile via d’uscita "onorevole" dallo scandalo internazionale denunciato da Kiev: "Se ci sono rappresentanti legali, faremo il possibile per riunire le famiglie", ha detto. Infine ha sostenuto che a oggi circa 15 bambini evacuati in Russia si sono riuniti ai loro parenti ucraini.
"È possibile immaginare l'uso mirato di un" missile "ipersonico 'Onyx' da una nave russa al tribunale dell'Aia". La minaccia arriva da parte del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, dopo il mandato di arresto del presidente russo Vladimir Putin emesso dalla Corte internazionale penale. "Non si può abbatterlo, ahimè Ma il tribunale è solo una misera organizzazione internazionale, non la popolazione di un Paese della Nato" che non inizierebbe una guerra per questo, scrive ancora Medvedev su Telegram. "Quindi, giudici, guardate attentamente il cielo..." , ha aggiunto.
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