20 Marzo 2023
Macron, imagonoeconomica
In Francia rimane alta la tensione, con il popolo in rivolta contro la riforma delle pensioni. Per il presidente francese Emmanuel Macron e per la prima ministra Elisabeth Borne è il giorno della verità. Vanno alla conta in parlamento per difendere la riforma, adottata scavalcando l’Assemblea Nazionale con l’attivazione dell’art. 49, comma 3 della Costituzione.
Si mettono in votazione due mozioni di censura che decideranno le sorti del governo. Il dibattito in Assemblea Nazionale comincerà alle 16, il voto è atteso per le 18.
Ai francesi non va proprio giù una delle riforme introdotte, quella che innalzerebbe l’età minima pensionabile, che passerebbe a 64 anni dagli attuali 62. Una decisione contro cui si sono scagliate le opposizioni. La mozione di sfiducia presentata dal Rassemblement National quasi sicuramente non avrà i numeri per far cadere l’esecutivo, viceversa quella proposta dai centristi indipendenti del Liot dovrebbe raccogliere maggiore consenso, dall’estrema destra di Marine Le Pen all’estrema sinistra di Nupes guidata da Jean-Luc Mélenchon. Tuttavia, almeno per il momento, non sembra raggiungere la fatidica soglia dei 289 voti necessari per farla passare.
Nella serata di domenica 19 marzo, il presidente della Repubblica aveva annunciato che, di fronte a una sfiducia, scioglierà le camere. Naturalmente l’augurio è che la riforma arrivi "in fondo al suo percorso democratico". A correre in suo soccorso sono i conservatori della destra moderata, i quali avrebbero ricevuto l'ordine di non gettare la Francia "nel caos". I più sarebbero d'accordo, ma rimangono una manciata di deputati, tra i 15 e i 30, che potrebbero far pendere l’ago della bilancia a sfavore della premier Borne.
La riforma delle pensioni è "la pietra angolare della trasformazione economica della Francia", ha commentato il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. La definisce “vitale”, in quanto la ritiene in grado di riportare il regime previdenziale in equilibrio nel 2030, quando dovrebbe entrare in vigore. "Non ridurremo le pensioni e non aumenteremo i contributi, quindi le tasse dei francesi", ha assicurato.
Le opposizioni però non sono dello stesso parare. Marine Le Pen: "Il governo gioca con dei cerini alla pompa di benzina", ha affermato rispondendo a una domanda sulle tensioni in piazza. "Certo, la violenza dovrebbe preoccupare tutti ma mi trovo costretta ad osservare che ci sarebbe stato un buon modo di uscire da questa situazione con un referendum. Opzione rifiutata non solo dal governo ma anche dalla France Insoumise". Piuttosto, con il referendum proposto dal suo partito ci "sarebbe stato un dibattito” e “il popolo avrebbe deciso. Non è stato così e ora il governo gioca con dei cerini ad una pompa di benzina".
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