11 Marzo 2023
Fonte: Imagoeconomica
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è disposto anche a dar seguito a una petizione sul cambio di nome del nemico pur di tenersi l'appoggio del pubblico. Fra poco la Russia, per lui, potrebbe diventare la Moscovia. Da Mosca arrivano scherni e controproposte di cambio nome.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prende sul serio, forse provocatoriamente, la petizione di cambiare il nome della Russia in Moscovia. D'altronde, la guerra si combatte con ogni mezzo, anche con il sostegno popolare. Il giornale ucraino Ukrainska Pravda riporta la proposta è arrivata da una petizione online che ha raggiunto 25mila firme.
"La questione sollevata nella petizione richiede un'attenta considerazione sia sul piano del contesto storico e culturale, sia tenendo conto delle possibili conseguenze legali internazionali", ha detto Zelensky che ha incaricato il primo ministro Denys Shmygal di seguire il caso.
La motivazione del cambio nome sarebbe che "questo nome era usato nelle lingue europee e in alcune lingue asiatiche", aggiungendo che "molte mappe storiche dei secoli XVI-XIX, realizzate in Europa prima e dopo la ridenominazione del regno di Mosca nell'Impero panrusso, presentavano anche questo nome".
La reazione russa non è stata delle più tranquille. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, su Telegram ha parlato di ennesima dimostrazione della campagna anti-russa in atto in Ucraina. Secondo Ria Novosti, anche il vicepresidente della Duma di Stato russa, Boris Chernyshov, ha commentato la petizione sostenendo che "iniziative del genere possono essere trattate solo con un sorriso".
Dmitry Medvedev, invece, ha definito Zelensky "il supremo nazista di Kiev" e ha proposto a sua volta di cambiare il nome dell'Ucraina. "Non Hochlandia (dispregiativo rivolto all'Ucraina che può essere tradotto come 'terra inferiore', ndr) e ancor meno Piccola Russia", ha detto, ma "solo sporco Reich di Bandera", in allusione a Stepan Bandera, il leader ucraino ricordato come un eroe nazionale a Kiev ma che molti fra i russofoni considerano un collaborazionista con la Germania nazista.
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