02 Gennaio 2023
Anche il movimento ambientalista, nel suo piccolo, si spacca. Così. Come un Pd qualunque. Il braccio britannico del gruppo ambientalista Extinction Rebellion ha dichiarato che si prenderà una pausa dagli atti di disturbo pubblico per coinvolgere più persone nella sua campagna contro il cambiamento climatico. Le proteste del gruppo di base hanno già portato alla chiusura di strade e ponti nel centro di Londra, ma anche al blocco di raffinerie petrolifere. Questo accade mentre il governo dell’Uk sta per approvare una nuova legge per rendere più difficile l’organizzazione di proteste moleste, dando alla polizia maggiori poteri per prevenirle.
La decisione della costola londinese del gruppo ecologista è arrivata nelle ore in cui gli attivisti ambientalisti di Ultima generazione hanno spruzzato vernice arancione contro la facciata di Palazzo Madama, sede del Senato, a Roma. “Alla base del gesto”, hanno comunicato gli organizzatori della protesta, “c’è la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità”. Questo è un gesto plateale. Proprio quel tipo di protesta che da Londra vogliono bandire. Ma in Italia che cosa ne pensano gli ambientalisti?
“Il fatto che a Londra si sia scelta una via più moderata proprio nel momento in cui la repressione si sta inasprendo mi fa pensare che sia stata una scelta tattico-politica che vuole puntare più sull’aspetto relazionale”, sono le parole di un’attivista italiana di Extinction Rebellion rilasciate al Corriere della Sera. La svolta, ha aggiunto, potrebbe essere legata alla necessità di rendere più ampio il sostegno dei cittadini.
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