15 Dicembre 2022
“Bingo!”. Dicono che Michel Claise festeggi così la soluzione di un caso. Un po’ ispettore Clouseau, d’accordo, ma l’aneddoto rende l’idea del personaggio che ama indagare, scoprire e se ci sono gli estremi, ammanettare: “È molto divertente”. Di origine belga, 56 anni, il giudice Claise, nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Bruxelles, è conosciuto come lo “sceriffo” per l’incessante ricerca dei suoi obiettivi. Sarà così anche per il Qatargate. Claise e il suo team, che indagano sulla vicenda, hanno già scovato 1,5 milioni di euro in contanti e arrestato sei persone con l’accusa preliminare di corruzione, riciclaggio di denaro e organizzazione criminale. Ma chi conosce il magistrato sa che non si fermerà sino a quando non avrà fatto piazza pulita dei presunti colpevoli.
Claise era sul posto quando quando la polizia ha fatto irruzione nella casa dell’eurodeputato belga Marc Tarabella. Lunedì, mentre i giornalisti cercavano di scoprire quali uffici del Parlamento a Bruxelles fossero stati oggetto di irruzione nell’escalation dell’indagine sul Qatar, gli agenti di sicurezza hanno detto loro che il magistrato stava lavorando all’interno. Presente, Claise. E attivo. “È questa esuberanza che lo distingue”, ha sottolineato John Crombez, segretario di Stato belga per la lotta alle frodi tra il 2011 e il 2014. “Molti altri in questo campo sono silenziosi e modesti. Lui no. È come un intrattenitore di giudici investigativi. È fantastico. Si limita a ballare il valzer su tutto, e tutto viene fuori da queste preoccupazioni sociali profondamente radicate. Questo è ciò che lo rende così eccezionale”.
La biografia di Claise, ha scritto Politico, si legge come un procuratore che combatte il crimine dal casting centrale. I suoi giovani genitori lo hanno abbandonato da bambino in un cestino nella panetteria dei suoi nonni nel sobborgo di Bruxelles di Anderlecht. È cresciuto tagliando il pane prima di andare a scuola e cercando di leggere più libri che poteva. Suo padre non ha mai voluto far parte della sua vita e il suo rapporto con sua madre, che ora è morta, è stato “estremamente duro”. Claise è noto in Belgio per aver seguito casi molto delicati. La sua ricerca contro le bande di riciclaggio di denaro nelle squadre di calcio belghe, soprannominata “Operazione zero”, ha scosso l’intero mondo del pallone. Nemmeno la diplomazia permalosa lo ha turbato, come l’emissione di un mandato d'arresto internazionale per il capo dell’Autorità libica per gli investimenti a causa dei loro presunti legami con Euroclear, un istituto finanziario con sede a Bruxelles. Una delle sue più grandi operazioni è stata la supervisione dello smantellamento del servizio crittografato Sky Ecc, che ha portato all’arresto di dozzine di trafficanti di droga e sospetti criminali. “Non gli importa affatto dell’ordine di grandezza dei suoi avversari”, ha detto Crombez. “È così che opera: non si spaventa facilmente”.
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