13 Dicembre 2022
Via libera del Consiglio affari generali dell’Ue allo status di candidato della Bosnia-Erzegovina. La decisione è arrivata in seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno e alla luce della successiva raccomandazione della Commissione del 12 ottobre scorso. I ministri raccomandano di concedere lo status di Paese candidato alla Bosnia-Erzegovina, previa conferma da parte del Consiglio europeo, “fermo restando che vengano adottate le misure specificate nella raccomandazione della Commissione per rafforzare lo stato di diritto, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, la gestione dell’immigrazione e i diritti fondamentali”. La questione è anche geopolitica: la guerra della Russia in Ucraina ha rinvigorito l’appetito dell’Ue di crescere nella regione e di rafforzarsi nei Balcani, con le capitali ansiose di evitare di perdere i Paesi sotto il dominio di Mosca.
“Sono particolarmente lieto della raccomandazione di concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di candidato e del riconoscimento degli sforzi di riforma dell’Ucraina in tempi così difficili”, ha detto martedì Mikulas Bek, ministro ceco per gli Affari europei, dopo aver incontrato i suoi colleghi dell’Ue (la Repubblica Ceca detiene attualmente la presidenza di turno dell’Unione europea). Bek ha detto che i ministri rivedranno le candidature dell’Ue per Ucraina e Moldavia, così come la Georgia, che non è riuscita a ottenere lo status di candidato all’inizio di quest’anno e che ci riproverà la prossima primavera dopo aver ricevuto una valutazione aggiornata dalla Commissione europea.
“Quest’anno, con l’Ucraina e la Moldavia, abbiamo visto che messaggio potente può dare l’Ue con lo status di paese candidato: voglio infondere questo coraggio anche ai nostri amici in Bosnia-Erzegovina”, ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, introducendo l’intervento in plenaria del premier sloveno, Robert Golob, invitato per tenere un discorso a Strasburgo. Il vertice dei leader europei di giovedì prossimo dovrà decidere sulla concessione dello status di Paese candidato alla Bosnia-Erzegovina, decisione su cui è stata raggiunta un’intesa tra gli ambasciatori dei 27.
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