17 Novembre 2022
Dmitry Peskov
"Una cosa è chiara: la parte ucraina non vuole alcun negoziato per porre fine alla guerra". Così parla oggi, giovedì 17 novembre 2022, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che commenta gli ultimi sviluppi dello scontro in atto ormai da mesi tra le truppe russe e quelle ucraine. Secondo Mosca, soltanto gli Stati Uniti d'America "sono in grado, se lo desiderano, di esercitare un'influenza su Kiev, rendendola più flessibile". Ma non è la prima volta che la Russia si rivolge a Washington.
Già nei giorni scorsi, dopo la caduta dei missili in Polonia, Paese Nato che si trova al confine con l'Ucraina, Mosca si era rivolta a Joe Biden. Il Cremlino si era complimentato con gli Usa per la loro "reazione misurata", a differenza di quella definita "isterica" di altri Paesi. Proprio oggi poi, nel corso del consueto briefing sulla guerra in Ucraina, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che "le sofferenze dei civili e i black out sono la conseguenza del rifiuto di Kiev di negoziare".
Le dichiarazioni di Peskov arrivano a pochi giorni dal massiccio raid aereo con cui le truppe di Mosca hanno attaccato diverse città dell'Ucraina. "L’operazione militare speciale continua e - afferma il portavoce - i suoi obiettivi devono essere raggiunti. Non dipende dalle condizioni meteo, sta andando avanti e gli obiettivi saranno raggiunti".
Tornando sul presunto rifiuto del governo ucraino a qualsiasi trattativa con la Russia, il portavoce di Vladimir Putin poi afferma: "Diciamo che le controparti ucraine hanno sette venerdì a settimana: prima negoziano, poi si rifiutano di negoziare, poi effettivamente approvano una legge che proibisce qualsiasi tipo di negoziato, poi dicono che vogliono negoziati, ma pubblici".
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