12 Dicembre 2019
Il Ponte di Crimea 18,1 km, è l'opera pubblica più imponente di tutto l'occidente e d'Europa e la Russia l'ha inaugurato lunedì dopo soli tre anni di lavori. Ha battuto tutti i record. Nonostante l'Occidente bocci l'idea di Mosca di protocollare con un Ponte l'annessione della penisola di Crimea già formalmente annessa alla Federazione Russa mediante il protocollo di Minsk nel 2015, con la supervisione dell'Europa e degli Usa, e in accordo con Kiev dove si registrava nero su bianco l'annessione della Crimea alla Russia mendiante referendum regolare, effettuato con la supervisione di almeno 200 controllori dell'Onu.
A ciò si considerava anche l'ipotesi di riconoscere l'indipendenza delle repubbliche separatiste di Donesk e Lughansk. Ma ciò non è mai avvenuto e l'Ucraina e l'Occidente hanno preferito tornare sui suoi passi. Dal 2015, vale a dire dalla firma dei protocolli di Minsk che avrebbero dovuto mettere fine alla guerra scoppiata nel 2014, la Russia aha aperto un nuovo capitolo della sua storia ed il Ponte di Crimea rappresenta per Mosca tutto questo: saldare la storia che stava per negare alla Federazione russa il diritto al mare, al transito commerciale e addirittura, contro legge, la negazione dei contratti commerciali del Porto di Sebastopoli.
Ma il ponte, costruito con tutti i crismi che si devono ad un'opera pubblica realizzata in territorio federale, Borrel, il nuovo responsabile della politica estera dell'Unione europea ha commentato con sufficienza: "Un'altra violazione della sovranità e dell'integrità territoriale ucraina". Ovviamente anche Kiev si è fatta sentire con gli stessi argomenti e aggiungendo che il Cremlino disprezza ogni principio del diritto internazionale.
Il Ponte di Crimea rappresenta l'orgoglio della federazione Russa che ha potuto realizzare un'opera ingegneristica superiore a molte altre, in tempi record e fondamentale anche per l'ucraina perchè avrebbe potuto garantire persino i treni merce del traffico commerciale di prodotti agricoli in Europa.
Il collegamento è stato inaugurato in pompa magna questo lunedì, il ponte ferroviario passa proprio sullo stretto di Kerch.
Per l'Ucraina invece il ponte ostacola il transito delle navi nella parte di mare sottostante e navigata da entrambi gli stati e anche per questo Kiev non lo vede di buon occhio.
Putin ne era così orgoglio che fece una prima inaugurazione nel maggio 2018, ben sei mesi prima del termine per la reslizzazione del segmento per il trasporto su gomma. Nell'inaugurarlo, Putin si è messo alla guida di un camion che è sfrecciato letteralmente alla massima velocità consentita sul viadotto.
Petro Poroshenko aveva definito illegale questa mossa: non tanto quella di sfrecciare a tutto gas sul Ponte di Crimea, quanto quella di costruirlo senza chiedere il permesso a Kiev: "E' l'ultima prova del disprezzo del Cremlino per il diritto internazionale".
Il ponte di Crimea è lungo 18.1 km (è il più lungo d'Europa) e l'idea della sua costruzione venne ipotizzata già agli inizi del XX secolo. La progettazione vera e propria cominciò, però, solo nel 2014, subito dopo la annessione della Crimea da parte della Russia. La costruzione venne affidata, con un contratto multimiliardario di appalto, al Gruppo SGM di Arkady Rotenberg e i lavori iniziarono nel maggio successivo.
Quel tratto tra il Mar Nero e il Mare di Azov è di fondamentale importanza, nei delicati rapporti tra Ucraina e Russia. E' proprio qui, infatti, che Mosca sequestrò tre navi appartenenti a Kiev nell'autunno 2018. Nel Mare di Azov, dove di fatto passa tutto il commercio marittimo della zona, russi ed ucraini possono navigare liberamente, trattandosi di acque internazionali. Ma il ponte è considerato un obiettivo sensibile dal Cremlino, che in pratica controlla lo stretto, mentre l'Ucraina denuncia ritardi per il passaggio delle proprie imbarcazioni, con relativi aggravi economici.
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