09 Ottobre 2022
Dopo l'attentato al Ponte di Crimea, in Russia c'è un desiderio di vendetta, lo dice il governatore della Crimea insediato dal Cremlino, Sergei Aksyonov: "Naturalmente si sono scatenate le emozioni e c'è un sano desiderio di vendetta. La situazione è gestibile: è spiacevole, ma non fatale". E un consigliere di Zelensky corregge il presidente che aveva implicitamente rivendicato l'attentato dicendo che "tutto quello che è illegale deve essere distrutto", nel fare queste dichiarazione dava ulteriori indicazioni ai soldati ucraini senza però pensare che l'attentato è in sè un crimine di guerra perchè colpisce una struttura civile. E così è intervenuto il consigliere che afferma che a Mosca ci sarebbero in corso arresti per "un tentato golpe" e che questo dimostra "la pista russa dietro all'attentato del ponte di Crimea". Intanto però Lavrov avverte: "L'invio di armi a lungo raggio è una linea rossa" da non valicare e annuncia anche che la Russia non vuole ricorrere all'atomica, come invece dichiarato dall'occidente.
Le parole di Lavrov sono pesanti e sono state ribadite da un altro diplomatico del ministero degli Esteri russo, Alexey Polischchuk: "L'invio da parte dell'Occidente di armi a lungo raggio o più potenti a Kiev rappresenterà una linea rossa per la Russia". Lo ha detto alla Tass un alto diplomatico: "Per quanto riguarda le linee rosse, le abbiamo già designate. Prima di tutto, si tratta della consegna a Kiev di armi a lungo raggio o più potenti. Misure specifiche di risposta alle azioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati che forniscono armi al regime di Kiev saranno definite dopo un'analisi approfondita dello sviluppo della situazione", ha precisato.
A Mosca secondo fonti d'intelligence sarebbero in corso arresti militari, perché alcuni russi starebbero preparando un golpe. La notizia è stata fatta circolare soltanto da mass media occidentali e dal Cremlino nessuna conferma è giunta in riferimento agli arresti. ma cosa si sa davvero in merito a questa notizia?
Va ricostruita l'origine dell'informazione: prima di giungere ai mass media britannici, questa voce è stata originata da due agenzie nelle mani del governo ucraino e, precisamente Unian e Kiev Independent. Sarebbero indiscrezioni affidate dai servizi di sicurezza ucraini a cui è stata affidata immediatamente una solida attendibilità. In seguito questa voce sarebbe stata ribadita dal consigliere del ministero degli Affari Interni Anton Geraschchenko e rilanciate da vari media ucraini.
A Mosca sarebbero in corso diversi arresti tra il personale militare russo. Notizia che tuttavia non è stata né confermata né smentita dal Cremlino. La narrativa di Kiev adduce a suo supporto anche una ipotetica prova testimoniale:
secondo quanto rilanciato nelle indiscrezioni, tutte le unità militari nel perimetro di Mosca sarebbero state poste in stato di allerta. Fonti locali parlano della presenza di mezzi militari lungo le strade di Mosca, con la Duma che sarebbe pronta nella giornata di domani a dichiarare lo stato di guerra o imporre un coprifuoco. Tutte informazioni che al momento non trovano alcuna conferma a Mosca. E mentre Zelensky compie l'incauta gaffe di rivendicare l'attentato al Ponte di Crimea, il suo consigliere Mikhail Podolyak lo corregge all'istante: "Sono stati i russi". A quest'affermazione riconduce anche la narrativa di un probabile golpe ai danni di Vladimir Putin e asserisce che: "L'attentato al ponte di Kerch dimostra l'esistenza di un conflitto tra le forze armate russe".
Il consigliere del capo dell'ufficio del presidente Zelensky, Mikhail Podolyak, considera l'esplosione sul ponte come "una manifestazione del conflitto" tra le forze di sicurezza russe, in particolare "tra l'FSB da un lato e il Ministero della Difesa/Stato maggiore della Federazione Russa dall'altro". Le dichiarazioni del consigliere sono poi affidate all'Ukrainska Pravda. Podolyak sostiene che il camion esploso, secondo le informazioni disponibili, sarebbe arrivato sul ponte dalla direzione della Federazione Russa.
"Stiamo assistendo all'inizio di processi negativi su larga scala in Russia. Sono iniziati potenti conflitti tra i servizi speciali russi, tutti cercano i responsabili delle sconfitte militari, vogliono riformare la cerchia ristretta di Putin e assumere altre posizioni. O arrestare certi generali", ha detto Podolyak. "Ora - ha aggiunto - in questo clamoroso incidente, vediamo l'aggravarsi del conflitto tra i militari e le forze dell'ordine della Russia e la sua uscita dal controllo del Cremlino". In mattinata il consigliere presidenziale aveva pubblicato in un tweet la foto del ponte in fiamme, scrivendo che "tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all'Ucraina". La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dalla Tass, ha commentato il tweet dicendo che "la reazione del regime di Kiev alla distruzione di un'infrastruttura civile evidenzia la sua natura terroristica". Nelle scorse ore varie fonti, tra cui l’agenzia Unian, hanno attribuito l’esplosione all’Sbu, i servizi di sicurezza ucraini.
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