16 Settembre 2022
L’annuncio atteso domenica: stop al 70% degli stanziamenti, cioè gli 8,8 miliardi previsti nel piano 2021-2027. L’Europarlamento chiede di limitare il diritto di voto a Budapest con l'attivazione dell'articolo 7 del trattato dell’Unione Europea: vale a dire l'attuazione della possibilità di sospendere i diritti di adesione all’Unione europea (ad esempio il diritto di voto in sede di Consiglio) in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l’Unione. Contrari Lega e Fratelli d’Italia.
La Ue accelera il passo sulle "punizioni" all’Ungheria, sempre più in contrasto con Bruxelles non solo sui rapporti con Putin ma anche sui principi fondanti dell’Unione. Domenica è atteso infatti l’annuncio della Commissione che taglierà i fondi destinati al governo di Viktor Orban. E proprio oggi l’Europarlamento ha votato una mozione che condanna il governo di Budapest che "non è più una democrazia compiuta". Sulla mozione hanno votato contro i parlamentari italiani di Lega e FdI, innescando una polemica tutta italiana sulla questione.
Processo all'Ungheria, colpevole di non essere una democrazia, o forse una democrazia che piace e che si addice agli standard europei. Proprio oggi l’Europarlamento ha votato una mozione che condanna il governo di Budapest che "non è più una democrazia compiuta". Sulla mozione hanno votato contro i parlamentari italiani di Lega e FdI. Tuttavia l'Ungheria adesso non percepirà il 20% dei fondi e l'Europa chiede anche restrizioni al diritto di voto (per il parlamento europeo n.d.r.).
L'europarlamento ha ufficialmente puntato il dito contro alcune leggi varate da Viktor Orban e dal suo governo che sono ritenute in contrasto con lo stato di diritto. Questa la motivazione alla base della sospensione richiesta dal commissario al Bilancio Johannes Hahn in un documento del 20 luglio: circa il 70% dei finanziamenti in alcuni programmi dell’Ue (8,8 miliardi di euro, pari al 20% del budget 2021-2027 destinato a Budapest), relativi soprattutto agli appalti pubblici dovrebbero venire a mancare per il governo Orban. Domenica si attende la risposta, poiché mercoledì tutti i commissari saranno a Londra per i funerali della Regina Elisabetta II e poi si recherà a New York per l’Assemblea Onu.
In Ungheria, secondo il parlamento europeo, avrebbe preso forma una sorta di "regime ibrido di autocrazia elettorale", ovvero un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni ma manca il rispetto dei principi democratici.
In particolare destano preoccupazione l’indipendenza della magistratura, la corruzione e i conflitti di interesse e la libertà di espressione, compreso il pluralismo dei media. Tutte accuse, quelle mosse dall'Europa all'Ungheria che in realtà sono state alla base della mancanza di inclusione nell'Unione europea dell'Ucraina. Il paese interessato dal conflitto infatti non è mai riuscito a conquistare nemmeno lo status di candidato, poiché sarebbero mancate proprio le basi dei principi democratici a fondamento di uno stato candidato a essere membro dell'UE. Eppure proprio ieri Ursula Von der Leyen ha poggiato i suoi tacchi sul suolo di Kiev, pronta ad includerla nel più breve tempo possibile e assorbirla all'interno del mercato unico.
Che cosa dunque pesa veramente al punto da adottare una misura così drastica? Probabilmente le simpatie per Putin. Si sa che la politica di Viktor Orban è stata sempre indulgente verso la Federazione Russa, contrariamente al diktat europeo.
Il rapporto depositato il 20 luglio scorso, suona come uno strumento di punizione per chi non ha gli stessi valori. Anzi si dice proprio che l'Ungheria "è una minaccia sistemica" ai valori Ue.
Altre aree che destano preoccupazione sono la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento, i diritti delle persone LGBTIQ, i diritti delle minoranze, i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
In Ungheria è stata inoltre varata una legge che impone alle donne che devono abortire di ascoltare prima il battito del feto, così da infliggere una punizione emotiva quando quel battito cesserà di esistere.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia