25 Maggio 2022
La Russia avanza nel Lugansk, la città di Severodonetsk è praticamente accerchiata e il capo dell'amministrazione regionale ammette: "Russi sono ovunque". Dopo tre mesi di grosse difficoltà, la sensazione è che Mosca abbia preso le misure agli ucraini, attesi da settimane che "saranno dure", come ha ammesso lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il fronte più caldo è quello orientale del Donbass, dove i russi stanno concentrando tutti i loro sforzi dopo aver abbandonato - non si sa se definitivamente o solo per il momento - le mire su Kharkiv e Kiev. L'avanzata non è travolgente ma villaggio dopo villaggio la linea del fronte avanza, mentre quella degli ucraini si ritira verso ovest. Adesso la città più in sofferenza è Severodonetsk, 100mila abitanti nell'oblast del Lugansk.
Ad ammettere che la situazione si sta complicando sono gli stessi resistenti ucraini. Il capo dell'amministrazione militare della regione del Lugansk, che insieme a Donetsk forma la regione contesa del Donbass, lancia l'allarme riconoscendo che le truppe russe si sono avvicinate molto a Severodonetsk: "La città viene continuamente bombardata, 24 ore su 24", dichiara Sergiy Gaidai.
Stando alla testimonianza del funzionario i combattimenti nella periferia della città stanno aumentando di intensità e violenza, bombe e missili vengono sganciati in continuazione dai bombardieri. La situazione ricorda molto quella di Mariupol e il timore è che anche qui possa ripetersi quanto successo nella città martire del conflitto. "Anche i russi hanno perdite, l'unica cosa è che ce ne sono molti. I nostri combattenti sono semplicemente scioccati dal fatto che vengano fuori da dovunque" spiega ancora Gaidai.
Il quadro delineato dagli ucraini è compatibile con quanto dichiarato dai combattenti filo-russi su quel fronte. Secondo i separatisti il fronte ucraino sarebbe stato rotto, l'autostrada Lysichansk-Artemovsk sarebbe sotto il controllo russo e questo non consentirebbe i rifornimenti agli ucraini nelle città di Severodonetsk e Lysichansk, che sarebbero praticamente tagliate fuori dal resto del Paese. Proprio l'ucraino Gaidai, però, ha smentito questo quadro così precario, spiegando che il Lugansk non è isolato.
Intanto l'impressione che le ambizioni territoriali russe sull'Ucraina stiano aumentando viene confermata da due atti legislativi approvati da Vladimir Putin oggi: il primo è una legge della Duma che consente a chiunque abbia più di 40 anni di arruolarsi nell'esercito, il secondo è un decreto che semplifica le procedure per ottenere la cittadinanza russa a chi risiede negli oblast di Kherson e Zaporizhia.
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