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Spagna, Sánchez approva 9 azioni contro genocidio a Gaza: "Embargo armi a Israele e divieto di accesso in Paese a chi partecipa alla strage" - VIDEO

L'annuncio è stato dato questa mattina alla Moncloa: "Un conto è proteggere il proprio Paese, un altro è bombardare ospedali e far morire di fame bambini innocenti" ha detto Sanchez

08 Settembre 2025

Il Primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato questa mattina, 8 settembre, "l'approvazione urgente" di un decreto legge volto ad inasprire le misure contro Israele con l'obiettivo di mettere un freno al genocidio del popolo palestinese in corso nella Striscia di Gaza.

Spagna, Sánchez approva 9 azioni contro genocidio a Gaza: "Embargo armi a Israele e divieto di accesso in Paese a chi partecipa alla strage" - VIDEO

"Il governo di Spagna - ha annunciato il premier in una dichiarazione al Palazzo della Moncloa di Madrid, sede della Presidenza di Governo - ha deciso di avviare con effetto immediato nove azioni per fermare il genocidio a Gaza, per perseguirne gli autori e per sostenere la popolazione palestinese". Azioni, ha continuato il premier, che saranno attuate con effetto immediato quale chiaro sostegno a Gaza: "Il governo ritiene che proteggere il proprio Paese sia una cosa e bombardare gli ospedali o far morire di fame bambini innocenti un'altra". Nell'emanazione delle nove nuove azioni Sánchez ha inoltre insistito sulla necessità impellente della "soluzione dei due Stati" quale "unica" strada "possibile". Ecco le nove misure varate dal Governo.

  1. divietonaviaerei che trasportano armi o carburante destinati all'esercito israeliano di fermarsi nei porti o transitare nello spazio aereo spagnolo;
  2. divieto di accesso in Spagna di "tutte le persone che partecipano in maniera diretta al genocidio nella Striscia di Gaza", come per esempio leader o personale militare;
  3. embargo totale su acquisto e vendita di armi a Israele;
  4. proibizione delle importazioni di prodotti provenienti da insediamenti illegali a Gaza e Cisgiordania, "con l'obiettivo di combattere queste occupazioni, di frenare la deportazione del popolo palestinese e mantenere viva la soluzione dei due Stati";
  5. limitazione dei servizi consolari forniti ai cittadini spagnoli residenti negli insediamenti illegali israeliani alla minima assistenza legalmente obbligatoria;
  6. schieramento di truppe spagnole al varco di Rafah e altre misure in supporto all'autorità Palestinese (nuovi progetti di cooperazione in ambito di Agricoltura, Sicurezza alimentare e assistenza medica);
  7. 10 milioni in più di fondi da destinare all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa);
  8. altri 150 milioni di aiuti umanitari per il 2026.

Durante le dichiarazioni rilasciate, il premier ha criticato le esitazioni di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, che ancora non hanno varato l'embargo sulle armi né si sono dette favorevoli al riconoscimento dello Stato Palestinese. "Ci auguriamo che queste misure servano ad aumentare la pressione, ad alleviare parte della sofferenza - ha concluso Sanchez - Di fronte a uno degli episodi più atroci del XXI secolo, almeno i cittadini dovrebbero sapere che la Spagna era dalla parte giusta della storia”.

Spagna, Sánchez approva 9 azioni contro genocidio a Gaza: Israele: "Governo di Madrid corrotto e antisemita"

La risposta del Ministero degli Esteri israeliano non si è fatta attendere: dopo l'accusa rivolta al governo spagnolo di essere "antisemita" e "corrotto", Israele ha vietato l'ingresso nel Paese a Yolanda DiazMinistra del Lavoro e dell'economia sociale, e a Sira Regoex membro del Parlamento Ue nonché Ministra per i Giovani. "Il governo spagnolo - ha affermato il sovranista Gideon Sàarsta portando avanti una linea anti-israeliana ostile, con una retorica selvaggia e piena di odio. Il tentativo del corrotto governo Sanchez di distogliere l'attenzione da gravi casi di corruzione attraverso continui attacchi anti-israeliani e antisemiti è evidente". Sàar non si è fermato qui: ha accusato Madrid di stare "deliberatamente e grossolanamente danneggiando le relazioni" bilaterali e ha citato l' "evidente mancanza di consapevolezza storica dei crimini commessi dalla Spagna contro il popolo ebraico". Accuse pesanti e totalmente fuori luogo a cui la Spagna però risponde a tono, definendo le accuse "false e diffamatorie". Il Ministero degli Esteri comunica che "non si farà intimidire nella sua difesa della pace, della legge internazionale e dei diritti umani".

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