05 Gennaio 2022
fonte: Twitter @franakviacorka
È di circa 200 arresti e un centinaio di agenti di polizia feriti il bilancio delle violente proteste in Kazakistan, scoppiate nella notte a seguito dell'aumento del prezzo del gas e dei carburanti. Già nei giorni precedenti si erano svolte alcune manifestazioni, specie nelle città di Jañaözen e di Aktau, ma è solo nelle ultime ore che le proteste si sono intensificate, arrivando a veri e propri scontri con le forze di polizia. A seguito dei disordini, il presidente del paese Kassym-Jomart Tokayev ha sciolto il governo in carica disponendo lo stato di emergenza nella provincia occidentale di Mangystau e nella città di Almaty, il centro finanziario del paese.
Iniziate come semplici manifestazioni contro l'aumento delle bollette, le proteste hanno in breve tempo assunto una matrice antigovernativa, in dissenso contro il regime che governa il Kazakistan dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Tra gli slogan gridati dalla folla spiccano senz'altro "il governo si dimetta" e "fuori il vecchio", con riferimento al predecessore di Tokayev, l'ex presidente Nursultan Nazarbaev, padre padrone del paese per quasi trent'anni. Nel tentativo di placare le proteste, il presidente Tokayev ha dunque sciolto il governo e nominato un nuovo vice capo del comitato di sicurezza nazionale in sostituzione di quello attuale, un nipote di Nazarbaev.
Nel frattempo una commissione governativa era riuscita a incontrare i manifestanti per sentire le ragioni della protesta. Al temine delle trattative le autorità hanno annunciato una temporanea riduzione del prezzo del gas naturale liquefatto a 50 tenge (0,11 dollari) al litro. Una drastica riduzione dopo che nei giorni scorsi il prezzo era salito fino a 120 tenge (0,28 dollari) al litro. L'aumento dei prezzi del gas e del carburante è dovuto all'incremento dei costi di estrazione e di trasporto.
Tuttavia nelle stesse ore il presidente Tokayev era intervenuto su Facebook invitando la popolazione a far cessare immediatamente le proteste: "Non cedete alle provocazioni. Non ascoltate chi vi incita ad assalire gli edifici del governo. Si tratta di un crimine per il quale sarete puniti". In un comunicato ufficiale, il ministero dell'Interno aveva poi dichiarato che i manifestanti avevano "ceduto alle provocazioni” e che “gruppi di cittadini hanno bloccando le strade ed hanno bloccato il traffico, turbando l’ordine pubblico".
Nonostante le diverse segnalazioni sull'utilizzo di lacrimogeni e granate stordenti da parte della polizia, nella mattinata di mercoledì il sindaco di Almaty Bakytzhan Sagintayev ha assicurato che "la situazione nella città è sotto il controllo delle autorità. Dietro ai tentativi di destabilizzazione e le azioni estremiste ci sono provocatori dall’interno e dall’esterno. Le forze dell’ordine stanno adottando le misure necessarie per stabilizzare la situazione, preservare la sicurezza, la pace e la calma".
Secondo quanto denunciato dal gruppo di monitoraggio web NetBlocks su Twitter, il governo ha scelto di ricorrere al blackout di Internet per oscurare tutto ciò che sta accadendo nel Paese: “Il Kazakistan sta attualmente vivendo un blackout di Internet a livello nazionale dopo una giornata di interruzioni di internet mobile” e altre “restrizioni parziali”, ha affermato l’ong annunciando che questo “potrebbe limitare gravemente la copertura delle proteste antigovernative che si stanno intensificando”. Una mossa che potrebbe precedere una pesante repressione da parte delle forze militari, dato che il presidente Tokayev ha promesso una risposta “dura” ai disordini in corso nel Paese: “Come presidente, sono obbligato a proteggere la sicurezza e la pace dei nostri cittadini, a preoccuparmi dell’integrità del Kazakistan”, ha detto alla televisione kazaka e aggiungendo che intende “agire nel modo più duro possibile”.
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