09 Dicembre 2021
fonte: Twitter @ticinonews
Tempi duri per i fumatori della Nuova Zelanda, dove il governo ha presentato una proposta di legge per introdurre il divieto di vendita di sigarette per tutti i cittadini nati dopo il 2008. La proposta, che dovrebbe a breve essere votata dal parlamento, punta a eliminare il vizio del fumo soprattutto nelle nuove generazioni, impedendo a chiunque abbia 14 anni o meno di acquistare legalmente delle sigarette. Attualmente i fumatori in Nuova Zelanda sono circa il 13% della popolazione, ma l'esecutivo punta ad abbassare questa percentuale al 5% entro il 2025.
L'idea di vietare la vendita di sigarette ai cittadini nati dopo il 2008 fa parte di una più complessa strategia governativa volta a eradicare il fenomeno del tabagismo dal territorio nazionale. Nella legge presentata dalla maggioranza è infatti prevista anche una diminuzione della quantità di nicotina presente all'interno delle singole sigarette, oltre a maggiori restrizioni per i negozi che vendono tabacco, attualmente 8mila in tutto il paese. È previsto ad esempio il divieto di vendita di sigarette all'interno dei supermercati.
A illustrare la proposta è stata la ministra della Salute Ayesha Verrall, che ha dichiarato: "Vogliamo assicurarci che le persone giovani non inizino mai a fumare, per questo abbiamo reso un reato vendere o fornire loro prodotti contenenti tabacco. Le persone che avranno 14 anni quando la legge entrerà in vigore non potranno mai comprarli legalmente". Lo legge anti tabacco promossa dal governo era stata già annunciata lo scorso aprile, ma all'epoca il divieto era fissato per i minori di 18 anni anziché di 14. In quell'occasione la ministra Verrall aveva specificato che "ogni anno 4500 neozelandesi muoiono per il tabacco e vogliamo accelerare i programmi per diventare un paese in cui non si fuma".
L'opposizione rimane tuttavia scettica di fronte alla nuova proposta di legge anti fumo, con il partito liberale ACT che ritiene controproducente la riduzione della nicotina all'interno delle sigarette. Secondo il partito infatti, in questo modo i cittadini saranno costretti a comprarne di più per ottenere la stessa dose di nicotina. La ministra della Salute ha però replicato citando studi secondo cui è proprio il basso livello di nicotina che permette ai tabagisti di smettere di fumare.
Parlare di tabagismo in Nuova Zelanda significa però parlare anche di diseguaglianza etnica e sociale. Secondo le statistiche infatti, la comunità indigena maori presenta percentuali di fumatori ben al di sopra della media nazionale (31%), con le donne in particolare che coprono da sole circa il 30% del consumo nazionale di sigarette. La diretta conseguenza è che il cancro risulta essere la principale causa di morte per le donne maori, e la seconda per gli uomini.
Una vera e propria piaga sociale sulla quale è intervenuto Shane Kawenata Bradbrook, attivista anti fumo e membro della comunità maori. Egli ha infatti dichiarato che "l’industria del tabacco ha reso dipendente la nostra gente, privandola dei loro soldi prima che dovessimo seppellirli in urupa ( i cimiteri) in tutta questa terra". Conclusioni simili alle quali è giunta anche la CEO della Cancer Society Lucy Elwood, che ha fatto notare come i rivenditori di sigarette siano quattro volte più numerosi nei quartieri poveri delle città: "Il tabacco è il prodotto di consumo più nocivo della storia e deve essere gradualmente eliminato".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia