24 Agosto 2021
Pensavo fosse amore e invece era un calesse. Si potrebbe scomodare il grande Massimo Troisi per descrivere il difficile rapporto tra Santa Sede e Stati Uniti. Si pensava che tra Papa Francesco (sul quale c'è chi ipotizza possibili dimissioni) e Joe Biden potesse esplodere l'amore, viste le ipotetiche affinità elettive tra un pontefice arrivato dalla "fine del mondo" e un presidente democratico e anti trumpiano. Già, perché soprattutto Donald Trump era stato un grande nemico di Bergoglio negli ultimi anni.
Entrati in collisione su una vasta mole di temi, dal trattamento dei migranti alle costanti uscite unpolitically correct di Trump, i due si erano cordialmente odiati, tanto che il segretario di Stato Mike Pompeo non era stato neppure ricevuto da Bergoglio durante una sua visita vaticana nel settembre 2020, ufficialmente per la volontà del Papa di non entrare nella campagna elettorale americana in vista delle presidenziali del 3 novembre.
E invece anche con Biden resta la tensione. "Mi unisco all'unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese - uomini, donne, anziani e bambini - potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco", ha detto Bergoglio in merito all'Afghanistan. "Desidero esprimere la mia vicinanza a quelle care popolazioni colpite duramente dal sisma. Mentre elevo al Signore la mia preghiera per le vittime, rivolgo la mia parola di incoraggiamento ai sopravvissuti, auspicando che verso di loro si muova l'interesse partecipe della comunità internazionale", ha concluso.
Ma, come sottolinea il Foglio, l'Osservatore Romano, organo che esprime la posizione del pontificato, è stato molto duro nei confronti di Biden. "Stupisce che prima di decidere di abbandonare il paese non si sia immaginato un simile, prevedibile scenario e non si sia fatto nulla per evitarlo. E sarebbe ancora più grave se una tale decisione fosse stata presa pur essendo consapevoli delle drammatiche conseguenze. Ora non si può far altro che cercare di correre ai ripari. L’occidente, in particolare chi ha avuto un ruolo di responsabilità in Afghanistan, dovrebbe farsi carico di programmare in tempi brevissimi concrete azioni di sostegno e di accoglienza”. E ancora nei giorni a seguire sotto il titolo “Il grido dell’Afghanistan”, si leggeva che mentre quel popolo “chiede aiuto alla comunità internazionale”, quest’ultima “appare incapace di gestire l’emergenza”.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia