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Banco Bpm, Crédit Agricole vuole salire oltre il 20%: chiesta autorizzazione alla BCE per rafforzare la partecipazione

L’obiettivo dichiarato da Agricole è quello di poter considerare la sua partecipazione in Banco Bpm come “influenza significativa”, così da poterla contabilizzare con il metodo del patrimonio netto

12 Luglio 2025

Giuseppe Castagna, Banco BPM (LaPresse)

Giuseppe Castagna, Banco BPM (LaPresse)

Crédit Agricole ha annunciato l’11 luglio l’intenzione di chiedere alla Banca Centrale Europea (BCE) l’autorizzazione per salire oltre il 20% del capitale di Banco Bpm, istituto milanese attualmente oggetto di un’OPS (Offerta Pubblica di Scambio) da parte di Unicredit. Al momento, il gruppo francese detiene già una quota del 19,8%.

Un investimento strategico di lungo periodo

L’obiettivo dichiarato da Agricole è quello di poter considerare la sua partecipazione in Banco Bpm come “influenza significativa”, così da poterla contabilizzare con il metodo del patrimonio netto. Questo cambio di metodo contabile è rilevante dal punto di vista tecnico, perché consente di evitare che le fluttuazioni del titolo Bpm influenzino il bilancio del gruppo francese.

Nessuna intenzione di controllo o OPA

Nella sua comunicazione, Crédit Agricole ha chiarito di non voler acquisire il controllo dell’istituto italiano né di voler superare la soglia del 25%, che farebbe scattare l’OPA obbligatoria. Inoltre, non è prevista una richiesta di posti nel consiglio di amministrazione di Banco Bpm. Fonti vicine alla vicenda indicano che l’aumento della quota dovrebbe essere limitato, portando la partecipazione attorno al 21%.

Scenari futuri: risiko bancario e ruolo di Crédit Agricole

Ottenere il via libera dalla BCE per superare il 20% offre a Crédit Agricole maggior flessibilità in vista dei possibili sviluppi nel panorama bancario italiano. Se l’offerta di Unicredit non dovesse andare a buon fine, Banco Bpm potrebbe considerare una fusione con MPS, eventualmente affiancato da Mediobanca.

In questo scenario, Crédit Agricole potrebbe diventare il principale azionista istituzionale del nuovo polo bancario, consolidando così ulteriormente la sua presenza strategica in Italia.

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