05 Maggio 2025
Dopo l’annuncio dell’Ops su Banca Generali, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha ribadito pubblicamente la sua stima nei confronti di Gian Maria Mossa, attuale CEO di Banca Generali: “Abbiamo annunciato l’operazione e ho fatto una telefonata a Gian Maria Mossa per ribadirgli la mia stima. Gian Maria è una persona chiave nel nostro progetto”.
Mossa, 50 anni, è al vertice di Banca Generali dal marzo 2017. Laureato all’Università di Milano Bicocca, ha iniziato la sua carriera in Ras – compagnia assicurativa poi confluita in Allianz – per poi proseguire in Fideuram, dove ha ricoperto il ruolo di direttore commerciale e marketing. Nel 2013 è entrato in Banca Generali come joint general manager, su chiamata dell’allora AD Piermario Motta.
Da allora ha guidato alcune delle trasformazioni più rilevanti per la crescita della banca: dalla riorganizzazione del private banking con un focus sulla clientela di fascia alta, fino alla creazione della piattaforma di consulenza patrimoniale BG Personal Advisory, pensata per offrire supporto anche su immobili, aziende di famiglia, successioni e opere d’arte.
Un anno dopo il suo ingresso, nel 2017, è stato nominato amministratore delegato. Sotto la sua guida, Banca Generali è passata da 25 a oltre 100 miliardi di euro in masse gestite, guadagnandosi per sei volte il riconoscimento del Financial Times come migliore private bank italiana.
Con Mossa alla guida, Banca Generali ha scalato il mercato italiano del private banking, passando dal 14° al 3° posto per masse gestite da clienti con oltre 500mila euro di patrimonio. Oggi è superata solo da Intesa Sanpaolo (251,4 miliardi) e UniCredit (147,2 miliardi), con 71 miliardi in gestione. Tra le operazioni più recenti, spicca l’acquisizione di Intermonte, che Mossa ha definito “la prima volta nella storia in cui una realtà di wealth management acquisisce una banca d’investimento”.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera due anni fa, Mossa dichiarava: “Ho sempre avuto molta attenzione alla remunerazione degli azionisti e alla sostenibilità. Credo che siamo l’unico vero pure player del wealth management in Italia”. Riguardo agli interessi di Mediobanca, aveva aggiunto: “Mi stupirei del contrario, vista la nostra unicità. È intelligente valutare ogni operazione che possa creare valore”.
L’Ops annunciata da Mediobanca prevede una possibile fusione tra le due reti, che darebbe vita a una realtà con 3.564 consulenti finanziari, terza in Italia dopo Fideuram e Mediolanum. Va sottolineato che la rete di Banca Generali, da sola, è la più numerosa delle due.
Nagel ha confermato che l’interesse per Banca Generali risale ad almeno cinque anni fa, sottolineando come la visione sia quella di creare una realtà unificata sotto un solo marchio e una sola cultura: “One brand, one culture”. Un chiaro segnale che, in futuro, i servizi di consulenza potrebbero essere riuniti sotto l’identità di Mediobanca.
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