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Istat, produzione industriale in ginocchio, a dicembre 2024 crollo del 7,1%, calo del 3,5% nell'anno: pesano crisi in Germania e distacco dal gas russo

L'industria italiana in rosso da 23 mesi consecutivi, tra i settori maggiormente colpiti auto e moda; comparto alimentare l'unico in crescita

12 Febbraio 2025

Produzione industriale in ginocchio: i dati Istat registrano un calo del 3,5% nel 2024, nel mese di dicembre crollo del 7,1%

La produzione industriale registra un calo nel dato tendenziale da quasi due anni, 23 mesi consecutivi. Dai dati Istat emerge infatti un calo del 7,1% su base annua nel mese di Dicembre, e del 3,1% rispetto al mese di Novembre. Il 2024 si chiude così con una perdita stimata di 42 miliardi di euro per la manifattura e una contrazione media della produzione del 3,5%, secondo anno consecutivo di arretramento dopo il -2% del 2023. 

Settore automobilistico e tessile 

Tra i peggiori comparti figurano il settore automobilistico e il settore moda: il primo presenta un calo della produzione quasi del 43%, conseguenza data dal massiccio ricorso alla Cig del gruppo Stellantis. Il settore tessile e abbigliamento rivela una frenata superiore al 18%, mentre la metallurgia registra una diminuzione a doppia cifra. Anche i settori dei macchinari e del legno-carta segnano un arretramento superiore al 9%. Per quanto riguarda i settori manifatturieri, non si registrano segnali positivi su base annua, fatta eccezione per energia elettrica e attività estrattive, che nel mese di dicembre hanno registrato un incremento della produzione. Analizzando l'intero 2024, solo il comparto alimentare segue un trend di crescita.

Rallentamento economico e investimenti

Secondo i dati Istat, la fine del 2024 è segnata da una discesa della capacità produttiva, sotto del 75%, un dato che non si vedeva dal 2020, in piena pandemia. La domanda è ritenuta insufficiente da parte degli investimenti, con un calo significativo, soprattutto nei produttori di macchinari. Il mercato interno è previsto in riduzione del 17,4% (nelle stime Federmacchine), con una perdita di oltre cinque miliardi. Le incertezze internazionali e il ritardo nelle misure di Transizione 5.0 hanno spinto le aziende a rinviare gli investimenti, con solo il 6% dei crediti di imposta prenotati finora (384 milioni).

Conseguenze del rallentamento della Germania

Anche il mercato estero presenta segni di rallentamento, con una leggera flessione nei primi 11 mesi del 2024. Parte di questa riduzione è attribuibile alla Germania, il cui rallentamento economico ha impattato negativamente sugli acquisti italiani. Il calo diretto dell’export verso la Germania è di 3,6 miliardi, a causa di una generale diminuzione delle importazioni tedesche, che sono scese del 2,8% nel 2024. Anche l'export tedesco ha registrato una riduzione dell'1%. Il Pil della Germania, dopo un quarto trimestre negativo, chiude il 2024 in recessione per il secondo anno consecutivo. La produzione industriale italiana è diminuita del 4,5% nel 2024, con un forte calo nel settore auto. Il settore delle costruzioni è ai minimi storici, con permessi di costruire dimezzati (circa 150mila unità) rispetto ai livelli pre-Covid. Nonostante ciò, l'indice dei direttori d'acquisto ha mostrato segni di stabilizzazione a gennaio, rimanendo però al di sotto della soglia critica di 50.

Lo stop al gas russo 

A pesare ulteriormente sulla produzione industriale del territorio nazionale è stato il distacco dal gas russo. Con lo scoppio della guerra in Ucraina molti Paesi decisero di ridurre le forniture via gasdotto a favore di quelle di gas naturale liquefatto via mare fino al 22% del totale nel 2024. Questa decisione porta il costo dell'elettricità alle stelle, poiché acquistato da USA e Algeria. A gennaio il costo dell'elettricità è aumentato del 44% rispetto allo scorso gennaio, con un costo pari a 143 euro al Megawattora. A rincarare la dose la forzatura del Green deal. Gas, che supera i 59 euro, ai massimi dal 2023. 

L'ipotesi di tornare ad importare gas russo inizia a farsi strada in Italia e in Unione Europea, con l'obiettivo di contenere i costi energetici e agevolare un compromesso di pace con Mosca e l'Ucraina. 

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