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Banco Bpm, fondazioni pronte alla contro opa di Unicredit, con rilancio di €3-4 miliardi: richiesta autorizzazione alla Consob

Unicredit mira ad ottenere almeno il 50% delle adesioni all'ops, con l’obiettivo di arrivare oltre il 66%, il consiglio di Banco Bpm critica l'offerta di Unicredit e chiede alla Consob di valutare l'improcedibilità dell'ops

08 Gennaio 2025

Banco Bpm, fondazioni pronte a contrastare l'ops Unicredit, richiesta alla Consob e possibile rilancio da 3-4 miliardi

Banco Bpm, le fondazioni sono pronte a contrastare l'ops Unicredit. Alla fine dell'anno scorso, gli azionisti storici hanno confermato il patto parasociale che risale al 2020, ritenuto il nucleo principale di controllo di Banco Bpm. Il patto ha leggermente aumentato la propria quota, passando dal 6,5% al 6,51% del capitale sociale.

Nel dettaglio, Inarcassa, la cassa di previdenza per ingegneri e architetti, detiene ora oltre 15 milioni di azioni ordinarie di Banco Bpm, pari all'1,03% del capitale, dopo aver incrementato la propria partecipazione con l'acquisto di 835 mila azioni nel 2024. Al contrario, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha visto ridurre la propria quota: possiede oltre un milione di azioni, pari allo 0,067% del capitale, dopo aver ceduto circa 510 mila azioni ordinarie (-0,034%). Le altre partecipazioni restano invariate, tra cui quelle di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (1,240%), Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (0,50%), Enpam (1,99%), Fondazione Cr Reggio Emilia Pietro Manodori (0,0293%) e la Cassa forense (1,66%).

La reazione del cda 

Anche se finora il patto non ha preso una posizione ufficiale sulla proposta di Unicredit, l’atmosfera all’interno del gruppo è di delusione riguardo all’offerta. La maggior parte degli azionisti storici di Banco Bpm, infatti, condivide la stessa opinione del consiglio di amministrazione: il prezzo offerto non riflette il reale valore e le potenzialità future della banca milanese.
Questo messaggio è stato fatto trapelare anche durante alcuni incontri informali con i rappresentanti di Unicredit.

Poco prima delle festività natalizie, il consiglio di amministrazione di Banco Bpm ha presentato un esposto alla Consob, chiedendo di valutare la possibilità di dichiarare improcedente l'offerta e adottare misure a tutela degli stakeholder e del mercato. Secondo la banca, Unicredit starebbe facendo un uso strumentale dell’ops, lanciandola a un prezzo basso con l’intento di limitare le possibilità di manovra di Banco Bpm in vista dell'applicazione della passivity rule, condizionando così anche l'offerta pubblica di acquisto su Anima, una società esterna all’operazione. Di conseguenza, il consiglio ha chiesto che Consob si pronunci sulla procedura dell’offerta.

Le prossime mosse di Unicredit

Ora l’attenzione del mercato è rivolta su Unicredit, che mira ad ottenere almeno il 50% delle adesioni all'ops, con l’obiettivo di arrivare oltre il 66%. Fonti finanziarie hanno rivelato che l’istituto sta valutando un possibile rilancio, che potrebbe aggirarsi tra i 3 e i 4 miliardi di euro, combinando azioni e contante. Orcel ha fatto sapere che la decisione definitiva potrebbe arrivare dopo la pubblicazione dei risultati di fine anno di Banco Bpm e a seguito dell’effettivo riconoscimento dei benefici derivanti dal Danish Compromise sull'opa Anima.

Il monitoraggio del governo

Il piano di Unicredit è anche sotto l'attenzione del governo italiano. Dopo la notifica dell'ops inviata alla fine di dicembre, il comitato Golden Power sarebbe pronto a prendere posizione nelle prossime settimane, chiedendo maggiori informazioni o formulando richieste specifiche all'istituto di Piazza Gae Aulenti.

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