11 Dicembre 2024
Francesco Gaetano Caltagirone sta aumentando la sua quota in Anima Holding, puntando al 9,9%, e questa mossa potrebbe preludere a un’operazione più ampia: traghettare Anima verso Mps per lasciare Banco BPM nelle mani di UniCredit.
Caltagirone ha incrementato la propria partecipazione in Anima Holding, passando dal 3,2% al 5,3%, con l’obiettivo dichiarato di arrivare al 9,9%. Questa crescita sottolinea l’importanza strategica di Anima, leader nella gestione del risparmio e attualmente partner chiave di Banco BPM. Il valore del titolo Anima, che ha chiuso in rialzo a 6,53 euro, e il suo ruolo nel consolidamento bancario la rendono un asset centrale per eventuali operazioni di mercato.
Anima potrebbe essere traghettata verso Mps, dove Caltagirone ha già aumentato la sua quota sopra il 5%, creando un asse Siena-Anima che offrirebbe una nuova dimensione strategica al terzo polo bancario. Questo spostamento potrebbe facilitare una fusione tra UniCredit e Banco BPM, con quest’ultimo libero di rafforzarsi senza il vincolo della partnership con Anima.
Andrea Orcel, CEO di UniCredit, ha dichiarato che “L’acquisizione di Anima si adatterebbe alla nostra strategia, proprio come è successo con Nova” riferendosi alla Joint Venture tra Nova e Azimut. Nei prossimi giorni, con l’invio alla Consob del documento relativo all’offerta su Banco BPM, si attendono ulteriori dettagli sull’operazione. Il Ceo riprende “Dato che Anima ha accordi oltre Bpm, aumenterebbe indirettamente anche la nostra esposizione alla gestione tramite terzi. Questo è un componente aggiuntivo, ma ovviamente lo accogliamo con favore”.
Di fronte alle manovre di Caltagirone e Orcel, l’amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, sta lavorando a strategie difensive per preservare l’indipendenza della banca. Con il supporto di Crédit Agricole, che detiene il 9,2% delle quote, Banco BPM mira a contrastare l’offerta di UniCredit. Advisor finanziari (Lazard e Citi) e legali (studio Legance) stanno lavorando a un piano che prevede iniziative come un dividendo straordinario o un rilancio su Anima, per la quale è già stata lanciata un’Opa da 1,6 miliardi.
Un’ulteriore opzione allo studio è una fusione con MPS, dove Banco BPM detiene il 5%. Il governo spinge per questa fusione, cercando di salvaguardare le due realtà che potrebbero costituire il terzo polo, come affermato da Matteo Salvini: "A me sta a cuore che realtà come Bpm e Mps che stanno collaborando non vengano messe in difficoltà. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l'accordo Bpm-Mps per fare un favore ad altri". La fusione, che richiederebbe l’approvazione di Bankitalia e BCE, potrebbe rafforzare il posizionamento di Banco BPM nel terzo polo bancario. Crédit Agricole, in cambio del supporto a questa mossa, potrebbe consolidare le sue partnership strategiche, subentrando nei contratti di bancassurance e credito al consumo attualmente gestiti da Axa e Compass.
UniCredit, dal canto suo, non resta a guardare. Tra le sue possibili contromosse c’è un accordo con Crédit Agricole e il Tesoro per ridisegnare le partnership su risparmio gestito. Orcel potrebbe inoltre rilanciare l’Ops su Banco BPM con un’offerta economicamente più vantaggiosa, fino a 3-4 miliardi, rendendo difficile per Banco BPM e i suoi azionisti ignorare la proposta.
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