04 Marzo 2024
fonte: Imagoeconomica
Secondo articolo 12 del ddl Capitali va riscritto. Perché, nella sua formulazione attuale, "mette a rischio la best practice internazionalmente riconosciuta" della lista del board per i rinnovi del cda: questa l’opinione espressa dall'amministratore delegato di Generali Assicurazioni, Philippe Donnet, durante un evento alla Bocconi.
Aggiungendo che il suddetto articolo del disegno di legge, approvato dal Senato il 27 febbraio, "dà enorme importanza alle minoranze". Infatti "un piccolo azionista con una quota irrilevante corre il rischio di ottenere il 20% dei posti in Consiglio di amministrazione, il che potrebbe danneggiare la qualità della governance». Il provvedimento andrebbe dunque a ribaltare il sistema attuale che invece "consente a un cda uscente di proporre agli azionisti i successori, facendo una selezione sulla base della competenze".
Donnet segnala poi un’altra criticità: il voto nominale. Un meccanismo che "in una società vigilata potrebbe creare grande confusione". Nello specifico, "potrebbero arrivare attivisti italiani e stranieri che avrebbero un potere smisurato, contrario all'interesse della stra-maggioranza del capitale della società".
Visto che "non si capisce il beneficio atteso", il ceo di Generali si augura "che il governo possa usare la delega per riscrivere nel modo giusto questo articolo che oggi non porterebbe nessun vantaggio all'Italia"
“Ho ascoltato le parole di Donnet e il Governo è sempre stato aperto alle istanze del mercato. Il mercato è l’interlocutore essenziale. Le istanze del mercato sono, sono state e saranno sempre oggetto di massima considerazione”, ha detto Freni, sottosegretario di Stato al Ministero dell'economia e delle finanze, sulla possibilità di rivedere l’articolo 12 del Ddl Capitali.
Quanto alla delega che consente una modifica, Freni sottolinea che “è molto ampia. E’ un indirizzo politico. La delega potrebbe consentirla. Vediamo, c’è tempo. Perché tutta questa fretta? L’articolo 12 non entra in vigore fino al primo gennaio 2025“. Le parole di Freni arrivano dopo le critiche arrivate dalla finanza internazionale. Considerazioni molto severe sono arrivate dai Proxy advisor, le società specializzate nel dare indicazioni di voto ai grandi fondi internazionali per le assemblee di società quotate.
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