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Confindustria, i “Saggi” invitano Orsini a riflessioni sulla corsa a Presidente, "il clamore mediatico danneggia l'Associazione", ma “nessuna richiesta di ritirarsi”

Sotto ai riflettori le accuse sul leasing di un'auto di lusso, Orsini: "Caso risolto nel 2020, singolare tempismo in coincidenza con il rinnovo dei vertici di Confindustria"

16 Febbraio 2024

Confindustria, i “Saggi” invitano Orsini a riflessioni sulla corsa a Presidente, "il clamore mediatico danneggia l'Associazione", ma “nessuna richiesta di ritirarsi”

Tutti i riflettori di questi mesi sono puntati sulla corsa alla Presidenza di Confindustria, all'interno della quale da qualche giorno a questa parte, è scoppiato il "caso Orsini". 

A pochi giorni dalla formalizzazione delle quattro candidature infatti, che registrano i nomi di Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi e Emanuele Orsini, i tre "saggi" hanno convocato quest'ultimo per indurlo a riflessioni proprio rispetto alla corsa alla presidenza. Emanuele Orsini, attuale vicepresidente di Confindustria e imprenditore emiliano del legno e dell'alimentare, è infatti stato tra i quattro candidati colui che ha raccolto il maggior numero di firme.

Rispetto al dialogo tra Orsini e i "Saggi", sono in questi giorni circolate numerose indiscrezioni in base alle quali i tre incaricati di vagliare i candidati nella corsa alla presidenza, avrebbero chiesto a Emanuele Orsini di ritirarsi. Dai rumors raccolti nei corridoi di Viale dell'Astronomia, Il Giornale d'Italia è però in grado di smentire tali voci. 

I "Saggi" hanno infatti effettivamente richiesto un colloquio con l'attuale Vicepresidente di Confindustria, invitandolo a riflessioni riguardo alla sua candidatura, che secondo questi metterebbe "in pericolo l'associazione per via del numeroso clamore mediatico" che la vicenda ha suscitato; nel corso dell'incontro tuttavia, da parte dei "Saggi" non è arrivata "nessuna richiesta di ritirarsi dalla corsa per diventare Presidente". 

Emanuele Orsini e il clamore mediatico sulle accuse smentite sul leasing di un'auto di lusso 

Il clamore mediatico ha dunque colpito in pieno Emanuele Orsini proprio in questi giorni di corsa al rinnovo dei vertici di Confindustria, nonostante all'attuale vicepresidente siano state rivolte accuse, da lui poi prontamente smentite, risalenti a cinque anni fa. 

Francesco Manacorda di Repubblica racconta il caso del leasing di una Porsche Panamera che Orsini ha utilizzato durante la sua presidenza in FederlegnoArredo della primavera del 2019. Inizialmente intestato alla società, il caso è stato poi contestato da Flae (Fla Eventi, controllata di FederlegnoArredo) a Orsini attraverso una lettera: "Come ricorderà il costo della suddetta locazione finanziaria è stato da lei contrattualizzato, ed ingiustamente addebitato a Flae, nonostante la vettura fosse di suo personale uso e non esistesse alcuna delibera dell’assemblea e/o del cda di Flae che le riconoscesse un benefit di tale natura in aggiunta al già importante emolumento di amministratore". 

La ricostruzione è stata tuttavia interamente rigettata da Orsini, che ha spiegato come il leasing fosse stipulato nel rispetto dei poteri di cui all'epoca era investito. L'episodio, hanno spiegato i legali di Orsini, "è risolto e definito da oltre quattro anni, perfettamente noto a chiunque in Flae. Di esso si è infatti occupato nel giugno 2020 il consiglio di amministrazione della società, che, in due occasioni, ha preso atto e condiviso la decisione (non sollecitata, né dovuta) del signor Orsini di farsi carico personalmente di tutti gli oneri derivanti dal contratto di leasing così da evitare strumentalizzazioni di sorta (del tipo di quelle di cui è oggi vittima)". 

Lo stesso Orsini aveva già da tempo spiegato come la Porche fosse oggetto di un leasing "intestato alla società ma con costi a carico della sua persona fisica, poiché fin dall’origine ho dato disposizioni scritte al Cfo affinché venisse trattenuta in busta paga su base annua la differenza tra il canone di locazione finanziaria e i benefit riconosciuti, escludendo qualsiasi onere a carico della società". In quell’occasione Orsini aveva inoltre prodotto i documenti pronti per effettuare il trasferimento del contratto di leasing dalla società a lui stesso.

Orsini ha dunque in seguito risposto ai vertici di Flae con una lettera del suo avvocato, riservandosi di agire, in ogni sede, a tutela dei propri diritti, anche con riferimento ai potenziali risvolti denigratori, e spiegando che le richieste della società si presentano "con singolare tempismo solo oggi: in coincidenza cioè con le consultazioni per il rinnovo dei vertici di Confindustria". 

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