10 Maggio 2023
Fonte: Getty Images
Nel mese di febbraio l’export italiano verso la Cina è aumentato del 62% rispetto allo stesso periodo del 2022. A trainarlo è stata la vendita del farmaco UDCA, ritenuto dai cinesi in grado di proteggere dalle infezioni da Covid. Fugati i dubbi che vedevano Roma aggirare le sanzioni alla Russia usando Pechino come sponda.
L’export italiano in Cina ha raggiunto la cifra mensile record di 3,3 miliardi di euro in febbraio, ovvero il 62% in più rispetto allo stesso mese nel 2022 e circa 1,7 miliardi in più di dicembre. La crescita improvvisa è dovuta ad un unico prodotto, il medicinale UDCA, un farmaco generico per il fegato. Nel dicembre 2022 la rivista scientifica Nature ha pubblicato un articolo secondo il quale l’UDCA potrebbe proteggere dalle infezioni di Covid 19. Dopo la fine delle politiche zero-Covid in Cina, e con il divieto di acquistare vaccini da Paesi stranieri, molti medici della Repubblica Popolare avrebbero iniziato, tra gennaio e febbraio, a prescrivere l’UDCA ai propri pazienti.
Le potenzialità dell’UDCA nel trattamento del Covid sarebbero state scoperte per caso, osservando che il farmaco è in grado di rallentare la conversione di un enzima ritenuto tra i responsabili dell’entrata del virus in un organismo. Nonostante la ricerca pubblicata a dicembre, tuttavia, gli studi sono ancora in corso, e nessuna conclusione accertata è stata ancora diffusa. Nel frattempo però, la scarsa fiducia della popolazione cinese nel vaccino nazionale e l’impossibilità di comprarne di esteri, si è tradotta in un boom nelle vendite del farmaco, che non essendo un vaccino non risente delle limitazioni commerciali del Paese.
Nel mondo la più grande azienda produttrice di UDCA è la ICE Pharma, con sede a Reggio Emilia, che di fatto ha coperto metà dell’export nazionale verso Pechino per tutto il mese di febbraio. I numeri delle vendite tuttavia sono tornati a scendere quasi subito. Secondo la Banca d’Italia, già nel mese di marzo il valore dell’export italiano in Cina era sceso ai livelli standard di circa 1,8 miliardi di euro.
La questione del boom dell’export italiano in Cina è stata per diverse settimane un mistero che molti osservatori internazionali faticavano a spiegare. L’accusa, più o meno velata, bisbigliata più spesso da giornali e cancellerie straniere, era che Roma stesse aggirando alcune sanzioni alla Russia usando la Cina come sponda. Nella giornata del 9 maggio, tuttavia, è l’economista dell’Istituto Finanziario Internazionale (IIF) Robin Brooks a spiegare quanto accaduto con un lungo post pubblicato su Twitter, avvalendosi dei dati forniti dalla Banca d’Italia. E mettendo a tacere settimane di polemiche.
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