14 Settembre 2022
Il tribunale dell’Ue ha confermato la decisione con la quale la Commissione europea ha stabilito che Google ha imposto “restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili al fine di consolidare la posizione dominante del suo motore di ricerca”. Lo stesso Tribunale ha confermato la multa da 4,1 miliardi di euro inflitta alla società da Bruxelles, con una riduzione del 5% sugli iniziali 4,3 miliardi dovuta all’annullamento della decisione nella parte in cui si considerano un abuso gli accordi di ripartizione del fatturato per portafoglio.
La Commissione europea ha avviato una procedura su Google relativamente ad Android nell’aprile 2015, decidendo la sanzione per abuso di posizione dominante nel luglio 2018. Tre le restrizioni emerse si segnalavano: “L’imporre ai produttori di telefonini di pre-installare le applicazioni di ricerca (Google Search) e di navigazione (Chrome) per avere la licenza operativa del suo portale di vendita (Play Store). Condizionare la concessione delle licenze operative su Google Search e Play Store all’impegno a non vendere dispositivi con versioni del sistema operativo Android senza l’approvazione di Google. E infine subordinare il rimborso di parte degli introiti pubblicitari ai produttori di dispositivi mobili e agli operatori di reti mobili all'impegno a rinunciare alla preinstallazione di un servizio di ricerca generica concorrente su un portafoglio predeterminato di dispositivi”.
Google, Antitrust apre istruttoria: "Ipotesi di abuso di posizione dominante"
Per abuso posizione dominante portabilità dati
“Siamo delusi dal fatto che la Corte non abbia annullato integralmente la decisione”, ha spiegato un portavoce di Google. “Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e supporta migliaia di aziende di successo in Europa e nel mondo”. Due mesi e dieci giorni dopo la notifica, il colosso di Mountain View potrà impugnare la decisione. La società americana, infatti, ha il diritto di presentare appello contro la sentenza del tribunale del Lussemburgo.
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