01 Settembre 2022
fonte: imagoeconomica
Gianfilippo Mancini in un'intervista al Corriere della Sera afferma: «È il momento di scelte diverse sull’energia. Di consumi consapevoli, di fonti alternative, di pannelli fotovoltaici sui tetti per chiunque ne abbia uno, di attenzione a come produciamo questo bene. È anche il momento di dare una mano al Paese. Paghiamo 23 milioni di euro come contributo di solidarietà che il governo ha individuato come extra-profitto. Lo abbiamo accettato di buon grado anche se la normativa è a dir poco imperfetta, si basa infatti sulle liquidazioni Iva che non registrano davvero chi sta guadagnando sul mercato dell’energia in questi mesi. Ma quello che conta oggi è superare l’emergenza, dare una mano, provare ad alleviare il peso di queste bollette trascinate dal prezzo del gas sulla Borsa di Amsterdam che nulla più ha a che fare con le normali dinamiche di mercato e che sta travolgendo famiglie ed imprese». Gianfilippo Mancini, alla guida di Sorgenia, sente la responsabilità sociale di quello che sta avvenendo. I call center di tutti gli operatori presi d’assalto. Le telefonate inviperite dei clienti sconcertati dai prezzi della componente energia schizzata ai massimi di sempre nonostante il governo abbia temporaneamente azzerato gli oneri di sistema che renderebbero il conto ancora più salato. Eppure siamo ad un tornante decisivo della Storia, sottolinea, che investe soprattutto le scelte politiche dell’Europa «che deve agire con una voce sola» in una battaglia che per ora sta clamorosamente perdendo.
Che cosa sta succedendo e che cosa manca?
«Putin sta giocando con noi come il gatto col topo. Un giorno fa è bastata la dichiarazione di intenti a Bruxelles di un tetto al prezzo del gas russo e il mercato ha incorporato l’aspettativa che l’Europa finalmente possa far valere il suo peso negoziale da maggiore acquirente di metano da Mosca. Subito dopo la russa Gazprom ha ventilato un prolungamento della fermata del Nord Stream per supposti problemi ad una turbina e il prezzo è tornato a salire. È chiaro che sta tagliando al minimo le forniture alimentando artificialmente i prezzi. Ormai non c’è più una correlazione tra i fondamentali della materia prima e il suo prezzo all’ingrosso. Dunque va corretto il mercato dell’energia, introducendo un price cap alla borsa europea del gas e disaccoppiando il prezzo dell’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile da quella prodotta col gas. È una procedura complessa che prevede una convergenza europea perché il Vecchio Continente è ormai un mercato interconnesso. Il punto di arrivo saranno i contratti a prezzo fisso con i clienti finali per la fornitura di energia green, parametrando il costo solo agli investimenti effettuati».
L’autoproduzione
È il momento di scelte diverse. Di consumi consapevoli, di fonti alternative, di pannelli fotovoltaici sui tetti per chiunque ne abbia uno.
Ci proviamo da mesi, ma sembra che in Europa siano terrorizzati che già solo imponendo ai russi il tetto al prezzo Mosca deciderà di azzerare i flussi. A quel punto s’imporranno pesanti razionamenti all’industria.
«È chiaro che il rischio c’è, ma è arrivato il momento di agire. Auspichiamo che il governo rimoduli l’azione fiscale, introducendo un contributo di solidarietà che sia più idoneo a tassare gli extraprofitti, e che coinvolga tutti i settori che hanno visto aumentare i guadagni in questi mesi di crisi. Noi abbiamo adempiuto all’obbligo di legge seppur ci troviamo schiacciati tra il prezzo del gas ai massimi e la necessità di non scaricare tutto sulla clientela. I clienti più “protetti” sono quelli che hanno un contratto fisso stipulato prima dell’emergenza che intelligentemente hanno abbandonato la tariffa pubblica passando al mercato libero e hanno così evitato il salasso. Dunque non demonizziamo il mercato, ma prendiamo degli accorgimenti».
La speculazione
Non so dirle chi sta speculando sull’emergenza, ma è chiaro che è la Russia che lo sta facendo. Putin gioca al gatto con il topo.
Ci sono fondi che fanno trading in Borsa che si stanno arricchendo sui contratti derivati? Alcuni dicono siano intoccabili e hanno sedi in paradisi fiscali.
«Non so dirle chi stia speculando sull’emergenza, ma è chiaro che la Russia lo sta facendo più di tutti. Oggi più che mai imprese e cittadini sono chiamati a una maggiore consapevolezza energetica, a partire dal diventare autoproduttori da fonti rinnovabili. Un investimento in pannelli fotovoltaici, anche grazie allo sgravo fiscale del 50% dell’Ecobonus, è il miglior scudo contro questa crisi e può consentire un rendimento dell’ordine del 20%, superiore a qualsiasi alternativa».
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