01 Giugno 2022
fonte: imagoeconomica.it
Non si smette di parlare della sanzioni contro la Russia e, dopo l'accordo raggiunto ieri, martedì 31 maggio 2022, dai Paesi dell'Unione Europea, il petrolio sale a dei prezzi record: raggiunge il picco con l'indice di riferimento Wti del Texas a 119,9 dollari al barile, mentre per il Brent del Mare del Nord arriva 120,9 dollari al barile. Si tratta di numeri storici, mai visti.
L'accordo Ue contro la Russia fa salire a livelli record il greggio. Non si ferma dunque la corsa del petrolio a seguito delle decisione prese ieri a Bruxelles durante il Consiglio europeo sul nuovo pacchetto di sanzioni. Si tratta del sesto. Lo scopo di questi pacchetti è "colpire" e "indebolire" Mosca e il suo leader Vladimir Putin dal punto di vista economico. Purtroppo però, dati i risultati e i vari rialzi dei prezzi, queste sanzioni sembrano "colpire" e "punire" l'Occidente. A risentirne infatti siamo anche e soprattutto noi. I 119,9 dollari al barile raggiunti sono un record storico, superiore anche ai 116,4 dollari dello scorso 7 marzo, prezzo registrato a pochi giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Per quanto riguarda invece il gas russo, la società Gazprom ha fatto sapere di aver già sospeso le forniture verso l'Olanda, dopo che essa si è rifiutata di pagare in rubli. Oggi è il turno della Danimarca. Sui prezzi invece, il premier Mario Draghi, a margine della riunione a Bruxelles, ieri ha affermato in conferenza stampa: "L'azione dell'Ue sull’energia si svilupperà su molti fronti. Sul funzionamento del mercato dell’energia e sui prezzi alti siamo stati accontentati", ha dichiarato. "La Commissione ha ricevuto ufficialmente mandato per studiare la fattibilità del price cap", ovvero la tecnica di controllo dei prezzi dei beni e servizi offerti dalle public utilities.
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