14 Novembre 2021
Claudio Descalzi (ENI), LaPresse
Il gas tende ad aumentare in tutta l'Europa e secondo l'amministratore delegato di Eni la causa sono gli scarsi investimenti. È ormai risaputo che il Covid è una macchina di morte, ma in questo caso il famigerato virus, ha fatto grossi danni anche all'economia mondiale, portando ad un aumento generalizzato dei prezzi.
A fare il punto della situazione è Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. In Europa si è assistito ad un aumento dei prezzi del gas di oltre il 500% e per Descalzi la colpa è da attribuire a due periodi storici: il 2014 e l'inizio della pandemia di Coronavirus. Nel 2014, gli investimenti per la creazione di nuova capacità produttiva nei giacimenti, sono passati da 850 miliardi di dollari di investimenti globali annui a 350 o 400 miliardi. Il motivo di tale abbassamento è stato il timore di un eccesso di offerta. Questa condizione ha subito un calo ancora più drastico a partire dal 2020 a causa del Covid. Descalzi, in un'intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che "l'offerta non è più in linea con una domanda che sta rimbalzando. L'allentarsi del Covid ha rappresentato una molla che adesso si espande e chi deve assicurare l'energia non riesce a mantenere la produzione ai ritmi necessari, per il calo degli investimenti degli scorsi anni".
Per Descalzi questa situazione è purtroppo permanente e non transitoria. La spiegazione a tale condizione è che il rincaro del gas non è avvenuto in un solo Stato o in un solo continente, ma in più regioni del mondo contemporaneamente. Un ruolo fondamentale in questo caso, soprattutto per l'Europa, può giocarlo la Russia. La Russia possiede molti giacimenti di gas e quasi tutto il mercato europeo dipende da essi. Il fatto che la Russia stia limitando le sue forniture ha causato un aumento dei prezzi in Europa. Sebbene la Russia sia così impattante sul vecchio continente, non significa però che lo sia su tutto il mondo.
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