03 Novembre 2025
Slitta a data da destinarsi l’accertamento tecnico irripetibile per l’estrazione della “copia forense” da cellulari e computer di Mario Venditti e Giuseppe Sempio nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari della Procura di Brescia, legata all’archiviazione di Andrea Sempio nel 2017. A far saltare l’analisi, fissata per lunedì 3 novembre a Pinerolo, è stata la “mossa” del difensore di Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, che ha formalizzato al gip e alla Procura generale bresciana la riserva di richiedere incidente probatorio con giudice terzo.
Il nuovo colpo di scena nell’indagine che ruota intorno al caso Garlasco e al presunto “sistema Pavia” arriva a poche ore dall’avvio degli accertamenti tecnici, previsti per oggi, sui dispositivi sequestrati all’ex procuratore aggiunto Mario Venditti e a Giuseppe Sempio, padre di Andrea, l’amico di Chiara Poggi archiviato nel 2017. La decisione del legale di Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, ha di fatto bloccato la procedura prevista a Pinerolo, chiedendo che ogni analisi avvenga solo “sotto la supervisione di un giudice terzo”.
Il difensore ha infatti depositato al gip e alla Procura generale bresciana una formale riserva di richiedere incidente probatorio entro 10 giorni sui dispositivi elettronici, una mossa che “anestetizza” di fatto le operazioni di copia forense. Aiello contesta che la Procura “pare non abbia inteso adeguarsi e rispettare il primo annullamento disposto” il 17 ottobre dal Tribunale del Riesame, dopo i sequestri effettuati lo scorso 26 ottobre.
La tensione tra difesa e magistratura bresciana cresce attorno alla mole di materiale informatico in mano agli inquirenti: cellulari, computer e supporti digitali che rappresentano il cuore probatorio delle indagini sulla presunta corruzione che avrebbe portato all’archiviazione di Andrea Sempio. Secondo il Codice di procedura penale, qualora l’indagato presenti riserva di incidente probatorio prima del conferimento dell’incarico, il pubblico ministero non può procedere agli accertamenti se non in caso di urgenza o indifferibilità.
Gli apparati elettronici, ora sotto chiave da oltre un mese, sono oggetto di 3 diversi sequestri – uno dei quali già annullato – e in attesa di ulteriori pronunce del Riesame. Qualora la Procura dovesse procedere comunque, le copie forensi potrebbero risultare inutilizzabili in un eventuale processo.
Nel fascicolo dell’inchiesta emerge l’ipotesi che Venditti, all’epoca procuratore aggiunto, abbia ricevuto denaro per favorire l’archiviazione di Andrea Sempio. Gli inquirenti ritengono che la presunta corruzione possa essere collegata ai “20-30 mila euro” citati in un “pizzino” trovato in un’agenda a casa Sempio. “Le modalità prospettate sembrano più vicine all’ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia”, hanno scritto le Fiamme Gialle in un’annotazione che parla di “anomalie”.
Un passaggio cruciale dell’inchiesta resta l’intercettazione ambientale del 10 febbraio 2017, quando Giuseppe Sempio – parlando in dialetto alla moglie – affermava: “Dobbiamo trovare la formula di pagare quei signori”. Lo stesso Sempio, sentito lo scorso 26 settembre dopo la perquisizione disposta dalla pm, ha spiegato: “Sicuramente intendevo gli avvocati parlando di quei signori lì. Ogni prelievo fatto era sicuramente per gli avvocati”. Ma per chi indaga, non è così.
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