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Garlasco, informativa della Gdf su Giuseppe Sempio, padre di Andrea: "Versamenti occulti di 20-30mila € a terzi, ma non ai legali"

Nel documento, gli investigatori sottolineano che “le modalità prospettate sembrano più vicine all’ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia, come invece sostenuto da Giuseppe Sempio”

01 Novembre 2025

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La Guardia di Finanza di Brescia ha depositato una nuova informativa che introduce ulteriori elementi nell’indagine per corruzione in atti giudiziari a carico dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e di Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Nel documento, gli investigatori sottolineano che “le modalità prospettate sembrano più vicine all’ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia, come invece sostenuto da Giuseppe Sempio”.

Garlasco, informativa della Gdf su Giuseppe Sempio, padre di Andrea: "Versamenti occulti di 20-30mila € a terzi, ma non ai legali"

Secondo quanto emerge dagli atti, i versamenti effettuati da Giuseppe Sempio non sarebbero collegati al pagamento di spese legali, ma a pagamenti occulti che restano ora oggetto di approfondimento da parte della Procura bresciana. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che Venditti, nel 2017, possa aver ricevuto una somma di denaro per favorire l’archiviazione della posizione di Andrea Sempio, inizialmente coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Garlasco.

L’iscrizione di Giuseppe Sempio, 72 anni, nel registro degli indagati è avvenuta circa un mese dopo il suo interrogatorio presso la Guardia di Finanza di Pavia, il 26 settembre, quando era stato sentito come persona informata sui fatti. Solo successivamente gli sono stati contestati presunti versamenti tra i 20 e i 30 mila euro.

Al centro dell’indagine vi è un appunto manoscritto — il cosiddetto “pizzino” — rinvenuto in un quaderno-rubrica all’interno dell’abitazione dei Sempio. Sul foglio comparirebbe la frase “Gip Venditti archivia per 20-30 euro”, che secondo Sempio rappresenterebbe semplicemente una stima delle spese legali.

Gli inquirenti, tuttavia, hanno giudicato questa spiegazione poco convincente. Dalla documentazione bancaria risulta infatti che Sempio avesse già effettuato prelievi in contanti per almeno 15mila euro prima del febbraio 2017, data in cui sarebbe stato scritto il biglietto. Per questo motivo la Procura di Brescia ha disposto ulteriori accertamenti.

L’informativa depositata ribadisce che le modalità dei pagamenti “sembrano più vicine all’ipotesi di dover pagare in maniera occulta persone diverse piuttosto che i difensori di fiducia”, smentendo di fatto la versione fornita da Giuseppe Sempio. Il documento è ora al vaglio del sostituto procuratore Claudia Moregola e si inserisce in un quadro investigativo più ampio che coinvolge anche Mario Venditti.

All’ex magistrato sono stati nuovamente sequestrati computer, tablet e telefoni cellulari, già restituiti in precedenza dal Tribunale del Riesame, per consentire nuovi accertamenti informatici. Secondo la pm bresciana, si tratta di “un passaggio necessario per l’accertamento dei fatti, atteso che al loro interno sono sicuramente contenuti elementi utili alla prova del reato”.

Durante l’interrogatorio, Giuseppe Sempio ha confermato di aver scritto la frase sul quaderno solo come riferimento a una previsione di spesa familiare: “Pensavamo comunque di arrivare all’archiviazione – avrebbe dichiarato – e la cifra si riferiva alla spesa che ritenevamo probabile”.

Il legale di Andrea Sempio, avvocato Liborio Cataliotti, ha invitato alla prudenza, affermando: “L’iscrizione del padre è un atto dovuto, ma se il pizzino fosse l’unico elemento a suo carico sarebbe poco probante. Quel foglio è poco più del nulla”.

Nonostante ciò, la Procura di Brescia ha deciso di proseguire le indagini, affidando al consulente tecnico torinese Matteo Ghigo l’incarico di eseguire copie forensi di tutti i dispositivi sequestrati, comprese eventuali tracce di dati cancellati, per ricostruire con precisione i flussi di comunicazione e i movimenti economici al centro dell’inchiesta.

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