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Addio ad Aimo Moroni, morto a 91 anni lo chef pioniere dell'alta cucina italiana, celebre il suo 'Spaghettone al cipollotto'

Insieme alla moglie Nadia Giuntoli, ha fondato nel 1962 il celebre ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia, trasformando una semplice trattoria di periferia in uno degli indirizzi più prestigiosi della cucina italiana

06 Ottobre 2025

Addio ad Aimo Moroni, morto a 91 anni lo chef pioniere dell'alta cucina italiana, celebre il suo 'Spaghettone al cipollotto'

Si è spento a Milano all’età di 89 anni Aimo Moroni, maestro indiscusso della ristorazione italiana e figura chiave nella storia gastronomica del nostro Paese. Insieme alla moglie Nadia Giuntoli, ha fondato nel 1962 il celebre ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia, trasformando una semplice trattoria di periferia in uno degli indirizzi più prestigiosi della cucina italiana.

"La sua cucina come la bandiera italiana", ha scritto Massimo Bottura, sintetizzando con queste parole il valore simbolico e culturale di un percorso professionale durato oltre sessant’anni.

Moroni ha costruito un’eredità fondata su rigore, autenticità e passione per la materia prima italiana, un’eredità che oggi continua nelle mani della figlia Stefania e degli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani.

Addio ad Aimo Moroni, morto a 91 anni lo chef pioniere dell'alta cucina italiana, celebre il suo 'Spaghettone al cipollotto'

Aimo Moroni era nato a Pescia, in provincia di Pistoia, nel 1934. Anche la moglie Nadia era toscana, originaria di Chiesina Uzzanese. Entrambi figli di carabinieri, condividevano non solo l’infanzia nella stessa regione, ma anche una profonda cultura del lavoro. Si trasferirono a Milano da giovani e, nel 1962, rilevarono una piccola trattoria in via Montecuccoli.

Quel primo locale, che si chiamava Stella, fu il punto di partenza di un progetto destinato a cambiare il volto della ristorazione italiana. Lontani dai riflettori, Aimo e Nadia puntarono da subito sulla qualità assoluta degli ingredienti e sulla valorizzazione del territorio, ispirandosi alla tradizione toscana ma interpretandola con sensibilità moderna.

Quando i coniugi Moroni aprirono il loro primo locale, la zona era ancora non asfaltata e distante dal fermento del centro di Milano. Aimo, giunto in città a soli 12 anni, aveva cominciato lavorando per strada, vendendo caldarroste e gelati. Nadia, invece, aveva mosso i primi passi in cucina nella casa di una zia.

Uniti dalla stessa origine e da una visione comune, portarono avanti una filosofia gastronomica incentrata su freschezza, stagionalità e italianità delle materie prime.
Al Luogo non ci fu mai spazio per mode passeggere: “Niente sushi mediterranei, né risotti alle fragole”, raccontava Aimo. La loro cucina è sempre rimasta fedele ai sapori originari, pensata per “registrare il palato”, come amava dire, ai gusti autentici della tradizione italiana.

Nel tempo, la piccola trattoria divenne Il Luogo di Aimo e Nadia, oggi punto di riferimento assoluto nella ristorazione d'autore. La prima stella Michelin arrivò nel 1980, seguita dalla seconda nel 1990.

Piatti iconici come lo Spaghetto al cipollotto (creato nel 1965) e la Zuppa Etrusca divennero simboli di una cucina coerente, identitaria e raffinata. Il primo, esempio di apparente semplicità, esalta la dolcezza del cipollotto con ingredienti selezionati e lavorazioni precise. Il secondo è un omaggio alle radici contadine italiane, un piatto vegetale che intreccia legumi, cereali e verdure in un equilibrio perfetto di sapori e consistenze.

Con il passare degli anni, il ristorante ha saputo mantenere salda la sua identità anche nel ricambio generazionale. Oggi è guidato dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani, insieme a Stefania Moroni, figlia di Aimo e Nadia.

Il mondo dell’alta cucina ha salutato con grande affetto e riconoscenza la scomparsa di Aimo Moroni. Ancora Massimo Bottura, tra i primi a ricordarlo, ha definito il suo lavoro "un esempio raro di come si possa costruire un linguaggio gastronomico originale, radicato nella tradizione ma capace di dialogare con il presente".

Moroni non si è mai piegato alle tendenze del momento: ha creduto nella forza della materia prima italiana, nella selezione attenta dei fornitori artigianali, in tecniche essenziali e sapori netti. Un modello che ha fatto scuola e che oggi molti considerano tra i capisaldi della cucina italiana contemporanea.

Con la scomparsa di Aimo Moroni si chiude un capitolo fondamentale, ma Il Luogo resta un racconto ancora vivo. Il ristorante continua la sua attività, fedele alla visione originaria. Stefania Moroni ha assunto un ruolo centrale, portando avanti un progetto che unisce cucina, arte e cultura. Gli spazi sono stati rinnovati, sono nate collaborazioni artistiche, ma la missione resta intatta: raccontare l’Italia attraverso il gusto.

Aimo e Nadia sono stati una coppia tanto nella vita quanto nella professione. Si conobbero giovanissimi a Milano e iniziarono a lavorare insieme già nel 1955, nella gestione di un locale nei pressi della Stazione Centrale. Dal 1956 in poi, non si separarono più: né in cucina, né nella quotidianità.

Hanno cresciuto insieme la figlia Stefania trasmettendole i valori che li hanno sempre guidati: rigore, passione, rispetto per le radici. Non hanno costruito solo un ristorante, ma un vero "luogo" di famiglia, dove il lavoro si fondeva con la vita, e la cucina diventava linguaggio d’amore per l’Italia.

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