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Omicidio Gemona, madre Alessandro Venier confessa: “Ciò che ho fatto è mostruoso, sua compagna Maylin la figlia che non ho mai avuto”

Sconvolgente anche il comportamento post-delitto della madre: secondo fonti investigative, dopo l’omicidio, Lorena Venier avrebbe continuato a presentarsi regolarmente al lavoro in ospedale, senza destare alcun sospetto

01 Agosto 2025

Omicidio Gemona, madre Alessandro Venier confessa: “Ciò che ho fatto è mostruoso, sua compagna Maylin la figlia che non ho mai avuto”

Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso”. Con queste parole Lorena Venier, 61 anni, ha ammesso davanti ai magistrati l’omicidio del figlio Alessandro Venier, 35 anni, fatto a pezzi e gettato in un bidone. Slitta l’interrogatorio della compagna della vittima, Mailyn Castro Monsalvo, anche lei accusata. La madre di Venier si è espressa anche su di lei: “Maylin la figlia femmina che non ho mai avuto”.

Omicidio Gemona, madre Alessandro Venier confessa: “Ciò che ho fatto è mostruoso, sua compagna Maylin la figlia che non ho mai avuto”

Lorena Venier, infermiera 61enne, ha ammesso di aver ucciso suo figlio Alessandro e di averne occultato il cadavere. La donna ha confessato tutto durante l’interrogatorio davanti al magistrato: “Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso”.

Ad assisterla, l’avvocato Giovanni De Nardo, che ha confermato: “La mia assistita ha reso piena confessione”, sottolineando che la donna era “visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto”. La confessione è arrivata dopo un primo colloquio informale nella serata di ieri con il sostituto procuratore di Udine, Giorgio Milillo.

L’altra figura centrale nella vicenda è Mailyn Castro Monsalvo, compagna della vittima, attualmente in carcere a Trieste con l’accusa di concorso in omicidio. L’interrogatorio a suo carico è stato rimandato: “Mi sto recando al carcere del Coroneo per conoscere la mia assistita. La vicenda è delicatissima e serve la massima cautela, anche in ragione delle sue condizioni di salute e della presenza di una bimba di pochi mesi, la cui posizione va assolutamente tutelata”, ha dichiarato la sua legale Federica Tosel.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare in un rapporto particolarmente stretto tra la madre e la nuora. “Mailyn è la figlia femmina che non ho mai avuto”, avrebbe detto Venier agli inquirenti. Un legame “eccezionale”, secondo la difesa, che potrebbe aver avuto un ruolo determinante nel tragico epilogo.

La vicenda si è consumata nella villetta di Taboga, dove la vittima viveva con Mailyn e la loro bambina di sei mesi. I militari dell’Arma stanno ancora eseguendo rilievi scientifici per individuare il luogo esatto dell’omicidio. La ricostruzione preliminare suggerisce che il corpo di Alessandro sia stato sezionato in tre parti e gettato in un bidone, poi cosparso di calce viva per nascondere gli odori. Il contenitore, trovato in un’autorimessa vicino alla casa, è stato rimosso dai Vigili del Fuoco per il recupero della salma, successivamente inviata per l'autopsia.

Sconvolgente anche il comportamento post-delitto della madre: secondo fonti investigative, dopo l’omicidio, Lorena Venier avrebbe continuato a presentarsi regolarmente al lavoro in ospedale, senza destare alcun sospetto. La chiamata ai carabinieri è arrivata solo giorni dopo, da parte della stessa Venier e della nuora.

Al momento, nella villetta non sono state trovate tracce di sangue. Gli inquirenti sospettano che l’abitazione sia stata ripulita accuratamente dopo il delitto, avvenuto lo scorso 25 luglio.

Sconvolto anche il sindaco di Gemona, Roberto Revelant: “A mia memoria, non è mai successa una cosa del genere qui. È un fatto gravissimo, straziante”. Il primo cittadino ha ricordato come Alessandro fosse solito lavorare all’estero e sognasse un futuro in Colombia, il Paese della compagna. La loro figlia è ora stata affidata ai Servizi sociali. “Ora ha bisogno di ricostruirsi una vita”, ha concluso Revelant.

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