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Stefania Nobile e Davide Lacerenza verso il patteggiamento: "Risarciremo con champagne del valore di centinaia di migliaia di €"

Se la giudice ratificherà gli accordi di patteggiamento, per Davide Lacerenza, ancora ai domiciliari, si aprirà la possibilità di accedere all'affidamento in prova ai servizi sociali

16 Luglio 2025

Davide Lacerenza e Stefania Nobile verso il patteggiamento: "Risarciremo con champagne del valore di centinaia di migliaia di €"

Stefania Nobile e Davide Lacerenza

Stefania Nobile e Davide Lacerenza vanno verso il patteggiamento. Trovato l’accordo tra l’avvocato difensore, Liborio Cataliotti, e i pm: 4 anni per il primo e 3 anni per la figlia di Wanna Marchi, oltre al risarcimento con le bottiglie di champagne sequestrate, per un valore complessivo di centinaia di migliaia di euro.

Nobile e Lacerenza verso i servizi sociali: attesa la ratifica del patteggiamento

Se la giudice ratificherà gli accordi di patteggiamento, per Davide Lacerenza, ancora ai domiciliari, si aprirà la possibilità di accedere all'affidamento in prova ai servizi sociali. Dopo circa otto mesi di custodia cautelare, la pena residua sarà infatti inferiore ai quattro anni, soglia che consente di chiedere misure alternative alla detenzione.

Diversa la posizione di Stefania Nobile, alla quale, a fine giugno, sono stati revocati i domiciliari. La decisione era stata presa dalla gip Alessandra Di Fazio, accogliendo l'istanza dell'avvocato Cataliotti, dopo poco più di tre mesi di arresti domiciliari. Per Nobile, condannata a tre anni, si profila la possibilità di scontare la pena svolgendo lavori di pubblica utilità. Non è accusata, infatti, dei reati più gravi, come lo spaccio di cocaina, contestati invece a Lacerenza, insieme allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione.

Lo scorso 17 aprile Stefania Nobile, che si sarebbe occupata della parte amministrativa e contabile dei due locali notturni, aveva scelto di farsi interrogare nell’ambito delle indagini condotte dalla pm Francesca Crupi e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano. Una scelta che era già stata un segnale di collaborazione.

Il sequestro di 900mila euro e il presunto autoriciclaggio

Nel confermare un sequestro da circa 900 mila euro, il Tribunale del riesame aveva spiegato che il "core business" era la "messa a disposizione di ragazze e stupefacente, e non certo solo dell'alcol", e che "l'offerta di prostitute", intesa come "disponibilità e trasporto a domicilio", era "finalizzata a garantire che la clientela consumasse alcol" e, successivamente, al "raggiungimento di un proprio personale tornaconto".

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