10 Luglio 2025
fonte: Twitter @mediasettgcom24
A Trapani, un bambino di appena due anni è stato portato al Pronto Soccorso per una crisi convulsiva che è sopraggiunta alcune ore dopo la somministrazione di due vaccini.
A raccontare l’accaduto è la zia del piccolo, che ha deciso di condividere la sua esperienza attraverso una lettera pubblica, con l’intento di stimolare una riflessione più ampia sul tema dei vaccini obbligatori per i bambini.
La vicenda, come riferisce la donna, inizia alcuni giorni prima, quando la madre del bambino riceve una telefonata in cui l’operatore segnala che al figlio mancano due vaccini obbligatori e la invita a provvedere con urgenza. La madre, come racconta la zia, si mostra subito perplessa, spiegando che il bambino soffre di convulsioni febbrili gravi e che ogni aumento della temperatura corporea rappresenta per lui un pericolo potenziale. Nonostante ciò, il giorno successivo arriva una nuova telefonata con un messaggio ancora più pressante: se non si fosse presentata per l'inoculazione, sarebbero stati informati i Servizi sociali.
"Impaurita, mia sorella lo ha portato a fare i vaccini, gliene hanno somministrati due nello stesso giorno". La situazione peggiora nel tardo pomeriggio: il piccolo sviluppa una febbre alta e, poco dopo, va in convulsione, perdendo conoscenza. Viene subito trasportato al Pronto Soccorso, privo di sensi. I sanitari gli somministrano ossigeno e, dopo circa 40 minuti di interventi, riferisce sempre la zia, riescono a stabilizzarlo.
"Ringraziamo Dio che si è ripreso – prosegue la donna – ma mi chiedo: perché obbligare un bambino con una patologia documentata a sottoporsi a vaccinazioni che potrebbero scatenare reazioni pericolose? Perché ricattare i genitori parlando di assistenti sociali o di esclusione dagli asili se non vaccinano i loro figli?".
Nel suo sfogo pubblico, la cittadina non si scaglia contro il sistema sanitario in sé, ma contro l’obbligo rigido e generalizzato, come quello per il vaccino Covid, che – sostiene – non tiene conto delle condizioni individuali. "Dobbiamo essere liberi di decidere se vaccinare o meno i nostri figli – conclude – soprattutto quando ci sono patologie che rendono quella scelta potenzialmente dannosa."
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