02 Luglio 2025
Fonte: X@MalteccaMa65228
La famiglia Poggi ha incaricato propri consulenti di svolgere un approfondimento sulla famosa impronta 33, che la Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
Le analisi tecniche hanno confermato "l'estraneità dell'impronta alla dinamica omicidiaria e la non attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio". Sulla base di tali conclusioni, i legali dei familiari di Chiara Poggi, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiesto ai pubblici ministeri di "sollecitare" un incidente probatorio riguardo questa impronta, ma la richiesta è stata "rigettata" dai pm, come riportato in una nota ufficiale degli avvocati.
"Alla luce del comunicato stampa diffuso dalla Procura di Pavia il 21 maggio scorso", hanno dichiarato i legali, "in merito all'attribuzione ad Andrea Sempio dell'impronta palmare n. 33, rinvenuta all'altezza del terzo gradino della scala 'dove è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi', e considerando la precedente diffusione della notizia tramite immagini estremamente suggestive, la famiglia Poggi ha ritenuto di far svolgere un apposito approfondimento tecnico da parte dei propri consulenti, previa acquisizione della consulenza dattiloscopica fornita dal Pubblico Ministero".
I legali hanno poi precisato che "le conclusioni formulate dai consulenti indicano in modo inequivocabile l'estraneità dell'impronta alla dinamica dell'omicidio e la sua non attribuibilità ad Andrea Sempio. Pertanto, come legali delle persone offese, abbiamo ritenuto necessario richiedere un accertamento definitivo, che dovesse avvenire tramite un incidente probatorio, mettendo immediatamente a disposizione della Procura il contributo tecnico-scientifico fornito dai nostri esperti."
In merito alle "sorprendenti ipotesi" avanzate da alcuni media riguardo la possibile presenza di sangue sull'impronta, che era già stata esclusa da un test specifico effettuato dal RIS di Parma, i legali hanno sottolineato la necessità di fare chiarezza anche su questo aspetto. "A fronte di tali ipotesi", hanno aggiunto, "ci è sembrato opportuno chiedere che venisse fatta una valutazione in contraddittorio, considerando la possibilità di ulteriori accertamenti, come suggerito da uno dei consulenti di Alberto Stasi." Tuttavia, "questa istanza, volta esclusivamente a garantire un imparziale accertamento dei fatti nell'interesse di tutte le parti coinvolte nell'attuale vicenda processuale, è stata rigettata dal Pubblico Ministero, il quale ha deciso di sottoporre i dati tecnici in esame a una valutazione diretta e esclusiva da parte sua, da compiersi al termine delle indagini e, eventualmente, in occasione dell'esercizio dell'azione penale nei confronti dell'attuale indagato."
"Prendiamo atto di tale determinazione", hanno concluso gli avvocati della famiglia Poggi, "ma ci saremmo sinceramente augurati che un elemento probatorio che era stato presentato ai media come decisivo per l'accertamento dei fatti potesse essere chiarito immediatamente nell'ambito dell'attuale incidente probatorio, per il quale è stata fissata l'udienza al 24 ottobre 2025".
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