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Villa Pamphili, Kaufmann aggredito da un uomo il 3 giugno dentro a Starbucks, testimone: “Pieno di sangue, gridava di non toccare la bambina”

Kaufmann ha rifiutato l’intervento dei soccorsi e, visibilmente alterato – “era evidentemente ubriaco”, ha raccontato una testimone – ha raccolto la figlia e si è allontanato

24 Giugno 2025

Villa Pamphili, Charles Francis Kaufmann è il vero nome di Rexal Ford, il 46enne si è avvalso della nuova identità nel 2019

Francis Kaufmann, fonte: Facebook, @Chi l'ha visto?

Il volto sfigurato dal sangue, lo sguardo fuori controllo e una frase urlata con ferocia: “Non toccare la mia bambina”. È il 3 giugno quando Francis Kaufmann, poi indicato come il killer di Villa Pamphili, viene trovato ferito all’interno dello Starbucks di piazza San Silvestro. Una lite con un altro cliente, forse nata per difendere la donna e la bambina che erano con lui, degenera in un’aggressione. Kaufmann si rialza, rifiuta i soccorsi e sparisce nel caos del centro di Roma.

Francis Kaufmann aggredito da un uomo il 3 giugno dentro a Starbucks, testimone: “Pieno di sangue, gridava di non toccare la bambina”

Verso le 19, il titolare del bar lo trova a terra, ferito alla testa e con accanto Anastasia – la sua compagna – e la figlia Andromeda. La scena, confermata dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, mostra l’uomo colpito durante una lite con un altro cliente. Quest’ultimo, che secondo le testimonianze era accompagnato da una ragazza, sarebbe intervenuto per difendere la donna e la bambina, che Kaufmann stava presumibilmente maltrattando. Ma l'aggressore non è mai stato identificato.

Una turista presente quel giorno ha raccontato: “Volevamo passare qualche giorno nella Capitale e quel pomeriggio stavamo prendendo un caffè da Starbucks. A un certo punto abbiamo sentito una donna urlare”. Si sono avvicinate e hanno visto un uomo riverso sul pavimento, in una pozza di sangue. “Lei era spaventatissima”, ricorda ancora. La bambina, vestita di fucsia, era stretta fra le braccia della madre. Quel vestitino, poi riconosciuto anche nelle immagini diffuse dopo la tragedia, è rimasto impresso nella memoria dei presenti.

Kaufmann ha rifiutato l’intervento dei soccorsi e, visibilmente alterato – “era evidentemente ubriaco”, ha raccontato una testimone – ha raccolto la figlia e si è allontanato. La donna, “scossa e confusa”, lo seguiva in silenzio. Chi cercava di aiutare la bambina si è trovato davanti l’ira dell’uomo: “Gridava di non toccare la piccola”, ha detto la testimone. Tentativi inutili anche da parte dei dipendenti del locale, che avevano allertato la polizia poco distante, ricevendo però la risposta che “erano impegnati in altra attività”.

Il titolare dello Starbucks si è quindi rivolto ai carabinieri di San Lorenzo in Lucina, denunciando l’episodio. Solo dopo i fatti di Villa Pamphili ha riconosciuto nelle immagini diffuse dai media proprio quell’uomo, Francis Kaufmann, e la donna che lo accompagnava.

È una scena che non riesco a togliermi dalla testa. Solo ieri ho capito che quel criminale ce l’avevo davanti agli occhi. E non riesco a non pensare a quella bambina e al suo vestitino rosa. Era così piccola. Se solo qualcuno fosse riuscito a fermarlo…” ha dichiarato ancora la testimone.

Due giorni dopo, il 5 giugno, Kaufmann è stato fermato. Era da solo con la piccola Andromeda. “Mia moglie mi ha lasciato”, ha detto agli agenti. Ma il dramma era già compiuto.

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