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Genova, assolto dopo 6 anni di processo per guida in stato di ebbrezza, per i giudici "può aver bevuto dopo"

Il commerciante finito alla sbarra aveva eluso un posto di blocco ed era fuggito dopo una serata in un locale del centro. Preso a casa con il tasso elevato

25 Maggio 2025

Genova, assolto dopo 6 anni di processo per guida in stato di ebbrezza, per i giudici "può aver bevuto dopo"

La pattuglia della polizia gli aveva trovato dopo un controllo con l'etilometro un tasso alcolemico cinque volte superiore a quanto consentito dalla legge. Non solo: l'automobilista era pure fuggito a un precedente posto di blocco, dopo aver creato disordini in un locale di piazza della Vittoria a Genova. Dopo 6 anni di processo, il sequestro del mezzo e la sospensione della patente, il protagonista di quella che sembrava una serata alcolica, un commerciante cinquantenne, è stato assolto perché «il fatto non costituisce reato».

L’uomo si era difeso dalle accuse sostenendo che, quando i poliziotti l’avevano accompagnato all’ospedale per il test dopo averlo prelevato a casa, erano trascorse due ore abbondanti dalla presunta fuga. E aveva sempre ribadito d’aver sì consumato alcol, ma una volta giunto nel proprio appartamento e con il solo obiettivo di rilassarsi, poiché nei minuti precedenti aveva dovuto affrontare una dura lite con la moglie. Risultato: è stato prosciolto da ogni addebito, il mezzo gli è stato restituito e nel frattempo s’è svalutato - da 12.000 euro a 1.500 circa - e ovviamente non vi è più alcuna pendenza sulla patente. Senza entrare nel merito dell'innocenza o meno dell'imputato, sono i tempi della giustizia a lasciare perplessi. Era la sera dell’agosto 2019, quando il commerciante si trovava con un amico. Va in scena un alterco piuttosto animato con il titolare del bar, non si capisce se i protagonisti vengano alle mani o no. Fatto sta che il gestore contatta la polizia e chiede che sul posto sia inviata una pattuglia, per calmare gli animi. In pochi minuti una volante giunge quindi in piazza della Vittoria, ma nel frattempo il cinquantenne e l’amico si sono allontanati su due diversi ciclomotori. In base alla versione delle forze dell’ordine, ancora il cinquantenne ha ignorato  un posto di blocco a bordo d’uno scooter, nonostante l’agente si fosse palesato alzando la paletta e facendo gesti eloquenti. L’amico invece viene intercettato da una pattuglia diversa e impiega poco per fornire le generalità della persona che si trovava con lui. La polizia si presenta allora a casa del commerciante, accompagnandolo in commissariato e successivamente al pronto soccorso dell’ospedale San Martino. Qui l’etilometro certifica un tasso di 2,1 grammi di alcol per litro, ben più di quel che permetterebbe la norma (il limite è 0,5). Gli inquirenti non gli credono. La Procura chiede e ottiene il rinvio a giudizio, oltre al sequestro dello scooter e allo stop della patente per un anno. Ma alla fine la spiegazione dell'imputato è sufficiente a instillare il ragionevole dubbio nei giudici. Assolto, nulla di fatto dopo sei anni.

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